Bertha, giovane e ricca ereditiera, si innamora di un suo tenutario, Edward, ed è decisa a sposarlo nonostante il disappunto del suo tutore, il dottor Ramsay, e della lungimirante zia Polly. Seppur riuscendo nel suo intento, Bertha sarà ben presto costretta ad ammettere che la vita matrimoniale non è come la sognava e il dolce marito non così attento alle sue necessità.
Tra i primi romanzi di Somerset Maugham, La signora Craddock è un romanzo ancora di forte stampo ottocentesco, dove la protagonista – un po’ Madame Bovary, un po’ Anna Karenina – è spinta da un forte slancio amoroso, totalizzante e puro, che presto lascia spazio ad una altrettanto totale disillusione. E, anche se in questo libro Maugham non ha quella scioltezza tipica della sua scrittura più matura, dimostra già di essere un profondo conoscitore dell’animo umano e di saper riprodurre fedelmente le sfumature che caratterizza l’uomo e la donna.
L’abilità di cogliere i pensieri e i sentimenti della sua protagonista è senza dubbio la nota distintiva di questa storia. E, con rammarico, devo ammettere che poco o nulla è cambiato: la Bertha di Maugham è una donna di fine Ottocento ma potrebbe tranquillamente essere una nostra contemporanea, tanto è attuale il suo modo di vivere appassionatamente il rapporto di coppia. E in maniera altrettanto magistrale lo scrittore ha tratteggiato un Edward innamorato sì, ma a modo suo. Senza stravolgimenti del cuore, senza slanci passionali, con una semplicità (e, perdonatemi, una superficialità) che è propria degli uomini di ogni tempo e luogo – non di tutti, forse!
Se questo libro ha l’intento di mostrare alle donne l’inutilità di usare certe tattiche, di tentare di suscitare pena, o rabbia nel proprio partner, di essere ora geisha ora altezzosa per suscitare quantomeno una minima reazione… beh Maugham si è superato!
Il nodo del matrimonio fra due persone di natura tanto diversa diventa talmente intricato che non resta che tagliarlo […] Nemmeno il tempo può farci nulla. Alcune cose sono impossibili: non si può accumulare l’acqua come le pietre, così non puoi misurare una persona sul metro di un’altra.
Mi sono immedesimata in Bertha più di quanto avrei voluto, e non sono pochi gli “Edward” in giro, schivi e disattenti alle necessità della propria compagna al punto da trovare certe moine una frivola irragionevolezza senza senso.
A parte qualche passaggio lento e un po’ ripetitivo, trovo che Maugham abbia saputo cogliere tutti gli aspetti delle difficoltà che si devono affrontare in un matrimonio, ma lo fa rimanendo super partes, senza condannare né l’uno né l’altra per i loro atteggiamenti. In fondo – sembra dirci – il fallimento di un matrimonio è da imputare a entrambe le parti…