Jack Reacher è un ex poliziotto che ha prestato servizio nella polizia militare e, dismessi i panni ufficiali, vaga per l’America senza una meta. È facendo l’autostop che conosce Carmen, una giovane e avvenente messicana alla ricerca di qualcuno senza scrupoli a cui commissionare l’assassinio di suo marito, un ricco possidente texano senza scrupoli che la picchia sadicamente. Ma la storia si rivela subito più complicata di quanto sembri, e non sarà facile per Reacher venire a capo della verità.
È il primo romanzo che leggo di Lee Child ma non è il primo della saga dedicata al misterioso Jack Reacher, un eroe dei nostri tempi che “non ha mai ucciso un uomo che non fosse necessario uccidere” (questa citazione nel libro non si riferisce a lui ma gli calza a pennello).
In un Selvaggio West moderno compare dal nulla questo personaggio, coi suoi modi rudi e un atteggiamento strafottente ma con un senso spiccato per la giustizia e una profonda conoscenza della malvagità degli uomini.
Spera per il meglio, pianifica per il peggio.
Colpisci duro, colpisci per primo, scatena la tua rappresaglia in anticipo.
Sono questi i suoi motti, i suoi principi fondamentali. È un cacciatore, un vendicatore sui generis che gioca d’astuzia ma non disdegna l’uso della violenza quando serve.
E sul finire, Reacher mostra una vena arguta e perspicace che non ha nulla da invidiare a uno dei più famosi investigatori della storia del giallo letterario, monsieur Poirot. Anzi, ad un certo punto sembra di sentire i suoi ragionamenti, le sue intuizioni tutt’altro che scontate nello smascherare i retroscena della vicenda.
Curiosando su internet ho scoperto che nel 2013 è stato fatto un film tratto da La prova decisiva, un altro romanzo che ha come protagonista Jack Reacher. E a interpretarlo chi c’era? Tom Cruise… ma stiamo scherzando?!? Non ha nulla dell’eroe ben piazzato né dallo sguardo torvo dell’eroe di Child. Niente di più diverso da come me lo sono immaginato io. Un Clint Eastwood burbero ma dal cuore d’oro!
Tornando al libro… non sono un’amante delle descrizioni prolisse, men che meno di quelle dell’ambiente circostante. Eppure anche sotto questo aspetto Lee Child è stato inoppugnabile: senza cadere nel ridondante, riesce a trasmettere la calura torrida del Texas, i colori delle distese desertiche e le strade polverose. Sono talmente ben pennellate che sembra di essere in un film – e ci si aspetta di vedere Telma e Louise nella loro decappottabile che attraversano il Texas in cerca di libertà.
Che altro dire? Quando Reacher alla fine del libro salta sulla macchina in direzione della prossima avventura, io sono con lui, pronta a seguirlo ovunque mi condurrà.