Oliver Sacks riporta la sua esperienza con pazienti che, per eccesso o per deficit cognitivi, hanno comportamenti anormali, spiccate doti artistiche o reminiscenze involontarie.
Leggendo L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello sembra di essere di fronte ad una raccolta di racconti surreali, popolati da personaggi bizzarri che poco o nulla hanno a che vedere con la realtà. Invece è di persone vere che si tratta, di problematiche neurologiche realmente diagnosticate.
Il dottor Oliver Sacks, neurologo britannico che praticò tra gli anni ’60 e ’90 negli Stati Uniti, riporta in questo libro casi clinici da lui analizzati e lo fa con una chiarezza e una fluidità che è propria dei grandi autori. La scrittura è chiara e asciutta, e non ci sono segni di quel “medichese” con cui spesso si fanno belli i dottori. E anche quando usa termini tecnici, Sacks lo fa nel modo più semplice possibile rendendosi comprensibile anche ai non addetti ai lavori.
Alcuni brani, come quello che dà il nome alla raccolta, sono di poche pagine, e sono quelli in cui a mio avviso Sacks arriva al lettore con più potenza e incisività; viceversa nei racconti più articolati, l’autore non si limita a esporre il resoconto del caso in sé ma cita altri studi in merito, riporta casi analoghi e propone le diverse interpretazioni di emeriti neurologi dell’epoca. In definitiva, questi episodi finiscono per essere un po’ troppo dettagliati per chi si appresta a leggere questo libro per puro scopo ricreativo.
«Nessun uomo è un’isola, completa in se stessa» scrisse Donne. Ma l’autismo è proprio questo, un’isola totalmente separata dalla terraferma. Nell’autismo «classico», che è già manifesto, e spesso totale, al terzo anno di vita, la separazione avviene così presto che può non esserci memoria della terraferma. Nell’autismo «secondario», come quello di José, causato da una malattia cerebrale in un periodo più tardo della vita, rimane un certo ricordo, e forse nostalgia, per la terraferma.
Ma la caratteristica che fa apprezzare maggiormente quest’opera è il coinvolgimento emotivo del dottor Sacks nella cura dei suoi pazienti, e quel coinvolgimento viene fuori dalla pagina scritta e mette il lettore in empatia con gli episodi trattati.
In definitiva, questo è un libro che, nonostante la materia non proprio leggera e frivola, ripaga pienamente gli sforzi di seguire anche i passaggi più ostici, facendo così scoprire il mondo di personaggi (e non di casi clinici) fuori dal comune e, proprio per questo, indimenticabili.
Oliver Sacks
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello
Adelphi, 2001
pp. 318