Grazie all’aiuto della misteriosa Alicia Gris, Daniel Sempere può finalmente chiudere i conti col passato e scoprire cosa è successo a sua madre Isabella. Per farlo Alicia, Daniel e il suo inseparabile amico Fermín dovranno far luce sulla scomparsa del perfido Mauricio Valls.
Quella notte sognai di tornare nel Cimitero dei Libri Dimenticati.
Inizia così l’ultima fatica di Carlos Ruiz Zafón che ancora una volta dimostra una dote innata nello scrivere, nel creare intrecci intriganti e atmosfere oscure. Non tutti i suoi romanzi però sono davvero memorabili: lo è L’ombra del vento e sarebbe potuto esserlo Il labirinto degli spiriti, ma ahimè non lo è.
La Barcellona che i fan di Zafón hanno imparato a conoscere è un luogo inquietante, dove le atrocità della Storia si mescolano al mistero ispirato da un posto allo stesso tempo magico e gotico.
Siamo nel periodo della dittatura di Franco dove sparizioni, omicidi, scambi di persona sono all’ordine del giorno, dove è meglio non fare domande né ficcare il naso negli affari altrui se non si vuole essere vittime degli stessi meccanismi. Gli antagonisti di questa storia sono personaggi senza scrupoli, cattivi per eccellenza, il cui cinismo e la cui spietatezza non vacillano mai. Viceversa i buoni non sono poi così integerrimi, ma hanno le loro debolezze e hanno commesso i loro sbagli. Sono umani, per dirla in poche parole.
La critica che sento di dover fare a questa serie è che non è vero che si possono leggere i singoli capitoli in ordine casuale, perché sì, i nodi prima o poi vengono al pettine, ma che grande confusione per arrivarci!
Personalmente, pur avendo letto tutti i precedenti episodi della saga ho fatto una fatica enorme a ricostruire gli antefatti. Detto fuori dai denti, non si può impiegare quindici anni a scrivere una saga e aspettarsi che il lettore si ricordi situazioni che ha appreso così tanto tempo prima – soprattutto perché, ad esclusione di Daniel e Fermín, non è che gli altri personaggi di Zafón siano poi così indimenticabili.
Tornando a Il labirinto degli spiriti posso dire che la storia c’è ed è ben concepita con la suspense e l’adrenalina calibrate a dovere. E, come già detto, non si può non fare un plauso all’ambientazione da brivido di una Barcellona che si snoda tra sotterranei e castelli disabitati.
Ma, mentre la prima parte è pensata per fare da collante con gli episodi precedenti, è solo nella seconda metà che si entra davvero nel vivo delle rocambolesche indagini di Alicia Gris e dei suoi compagni di avventura. E, a questo proposito, trovo che un’opera che diventa magnetica e catalizzante solo a metà (e faccio presente che la metà di 800 pagine è un osso duro da mandar giù se non sei coinvolta a dovere) non merita di essere definito un capolavoro.
Nel complesso potrei dire che questo volume è la degna conclusione di una tetralogia che ha meritato tutto il successo che ha avuto, ma ancora una volta mi sento di dire che siamo molto lontani dai fasti de L’ombra del vento, la cui ottima riuscita resta ancora ineguagliata.
Il consiglio che posso dare a chi avesse intenzione di leggere Il labirinto degli spiriti è di rispolverare prima i precedenti libri così da arrivare a questo ultimo volume con tutto il contesto ben chiaro in testa.