Luce, giovane praticante in uno studio di avvocati, viene assegnata alla causa per l’affidamento di un minore, ma ben presto scopre che il suo cliente è un noto camorrista. Eppure, grazie a questo incarico, la sua vita prenderà una piega inaspettata e le renderà più semplice prendere importanti decisioni per il suo futuro.
Magari domani resto è un libro che dietro ad un tono ironico e scanzonato, dietro a tanta napoletanità nasconde più di qualche messaggio.
Dopo aver letto le prime pagine ho pensato che Lorenzo Marone deve essere uno che la sua donna la osserva, e non solo perché gli passa davanti mentre guarda il calcio in tv. Ma la ascolta davvero. Tant’è che riesce a mettere in scena la vita di una donna, con tutte le difficoltà che deve incontrare ogni giorno, e lo fa non attraverso i luoghi comuni che hanno inventato gli uomini per descrivere il gentil sesso, ma con la chiarezza e la semplicità di chi conosce bene ciò di cui parla.
La sua protagonista femminile, Luce, ha tutte le carte in regola per essere un’eroina dei nostri giorni, che si barcamena tra storie amorose fallite miseramente, rapporti conflittuali con la famiglia, scontri verbali col capo e comunissime incertezze sul futuro. Una donna come se ne incontrano tutti i giorni al supermercato. La differenza è che questa donna non ci sta a piegare la testa quando vede un’ingiustizia bella e buona ed è disposta a mandare al diavolo tutto e tutti pur di fare la cosa giusta.
Camorra è una parola che qui non si usa, non si può pronunciare. Qui al massimo si parla di Sistema, intendendo con questo termine un qualcosa di organizzato. Qui la camorra puoi anche far finta di non vederla, se ti riesce; lei ti cammina accanto, ti sfiora con una leggera brezza primaverile e ti sconcica un po’ i capelli. Distrattamente allunghi una mano ad acciuffare la ciocca ribelle per riportarla dietro l’orecchio, e torni alla tua vita. Perché tanto che puoi fare, prendertela con il vento?
Entrata in conflitto con un mondo losco e potenzialmente pericoloso, Luce scopre qualcosa di sé che non le era così chiaro e capisce che scappare dalle difficoltà serve a poco e tanto vale restare, combattere e ritagliarsi un pezzetto di felicità nel proprio piccolo microcosmo.
La felicità è una cosa piccola e intima che ti costringe ad averne cura anche quando non ti va, quando sei stanco e vorresti solo stravaccarti sul divano. È una moglie petulante che ti parla mentre guardi la partita.
I temi di un certo spessore non sono pochi e di piccole perle di saggezza se ne incontrano parecchie durante la lettura. Ma mai che la narrazione assuma toni eccessivamente seriosi. L’autore napoletano riesce infatti a bilanciare il serio e il faceto con un equilibrio sopraffino, regalando una lettura divertente ma non scontata.