Dopo che una lettera anonima lo avverte dell’adulterio di sua moglie, il dottor Kuperus arriva a commettere un duplice omicidio. Poi, tornato a casa come se nulla fosse, inizia una relazione con la domestica di casa, Neela. Ma a rovinarlo sarà il sospetto che qualcuno possa smascherarlo da un momento all’altro.
Più che un romanzo, L’assassino è un lungo racconto in cui il protagonista, dopo aver ucciso, torna (o spera di tornare) alla sua vita come se nulla fosse.
Come molti altri romanzi di Simenon, anche qui la trama è molto esile. L’azione vera e propria è concentrata tutta nelle prime pagine, mentre nella restante parte si assiste ad una caratterizzazione del personaggio a tutto tondo, in tutte le sue sfaccettature.
Ancora una volta Simenon riesce a tratteggiarne magistralmente la psicologia, rendendo l’idea di un uomo roso dall’invidia e dalla rabbia per il torto subito, ma più per il soggetto con cui viene consumato il tradimento che per l’atto in sé o per la delusione di aver perso la donna amata. Anzi, a dire il vero, la figura di lei è del tutto marginale: anche durante l’omicidio il dottor Kuperus è totalmente assorbito e accecato dall’odio per il rivale (amoroso, ma non solo): Schutter era la diva a cui niente è proibito.
Forse impropriamente, mi è venuto naturale in qualche passaggio ripensare a Lo straniero di Camus. Innanzitutto il protagonista mostra la stessa indifferenza quando si riferisce al delitto commesso e con la stessa indifferenza va avanti per la sua strada senza mostrare alcun rimorso o senso di colpa. Differentemente dal personaggio di Camus però il dottor Kuperus sembra concentrare le sue preoccupazioni unicamente su cosa pensa la gente di lui riguardo all’accaduto. E sarà questa ossessione a rovinarlo.
Kuperus aveva i nervi a fior di pelle e avrebbe voluto farla finita una volta per tutte. Ma farla finita con cosa? Con quell’angoscia, quell’inquietudine, quella sorta di vertigine, quel malessere indefinibile.
Il lettore viene così trascinato nell’abisso infernale della vita del protagonista e avvertirà crescere quella stessa tensione dilagante. Gli interrogativi del dottor Kuperus diventano gli interrogativi di chi legge: chi ha mandato la lettera anonima? E cosa farà o chiederà quando i due corpi verranno scoperti?
L’assassino è un vero thriller psicologico d’annata, il cui unico difetto è quello di finire troppo presto!