Quando Emerenc prende servizio in casa della scrittrice, il suo ermetismo e la diffidenza iniziali sembrano segnare un legame scostante tra le due donne che poco alla volta imparano a conoscersi, ad accudirsi e a rispettarsi. Finché…
La porta, romanzo della scrittrice ungherese Magda Szabó, racconta di segreti gelosamente custoditi tra le quattro mura di una casa, segreti di cui solo la scrittrice ungherese viene messa al corrente e di cui ha l’obbligo di rispettare la segretezza. Ma è giusto rompere un giuramento per salvare la vita alla persona a cui si è fatta la promessa?
Emerenc è una donna semplice ma dotata di una spiccata saggezza popolare, non religiosa ma eticamente ineccepibile. Una donna forte, energica, instancabile, ma soprattutto chiusa come una porta serrata. Nonostante la sua naturale riservatezza e i modi scostanti, in alcuni momenti trova la forza di aprirsi e di raccontare episodi del suo passato che l’hanno cambiata, che l’hanno resa forte ma anche diffidente verso il prossimo. Ma la sua è una ricostruzione frammentaria, che fa luce su brevi sequenze di vita e non dà la possibilità di rendere una visione unitaria. Eppure tanto basta per delineare il motivo di quel carattere brusco, spiccio, ma votato al bene altrui anche a rischio della sua stessa incolumità.
Emerenc sembra votata agli eccessi: non lavora come è giusto che sia, si dà anima e corpo con tutte le energie possibili; non prova modeste antipatie, ma odia in un modo viscerale e carico di livore; non si affeziona, ma ama in forma assoluta e totalitaria. Ma soprattutto non si arrabbia o si rattrista moderatamente, ma arriva a provare un sentimento così illimitato che finisce per nuocere a se stessa, a distruggersi nelle viscere più profonde. La sua riservatezza le si rivolta contro e finisce per essere la sua rovina.
Una passione non si può esprimere pacatamente, disciplinatamente, morigeratamente, e nessuno può definire la forma al posto di un altro.
La narratrice, nonché padrona della misteriosa donna, racconta dell’incontro (ma più volte dello scontro) con questa figura enigmatica di cui però impara a conoscere e a rispettare i silenzi, i comportamenti ambigui e alla fine quello che le unisce è un rapporto di amore e odio, paragonabile a quello tra una madre e una figlia che cerca di tenere testa all’autorità genitoriale. Due donne che, pur punzecchiandosi a vicenda, si vogliono bene e non possono fare a meno l’una dell’altra.
La porta è il primo libro che leggo di Magda Szabó e trovo che la sua scrittura semplice, lineare, eppure magnetica e carica di significato, ricordi molto quella del connazionale Sándor Márai. Non solo, anche nelle tematiche i due scrittori ungheresi sono assimilabili, laddove il lento riaffiorare del passato riporta a galla eventi che hanno segnato un solco nei caratteri dei loro personaggi principali.
Magda Szabó
La porta
Einaudi, 2007
pp. 249