Corrado e Tommaso sono amici per la pelle ma tra loro si mette la bellissima Lia, la figlia del ras fascista della zona. Cinquant’anni dopo altri due bambini, Lia e Luca, giocano negli stessi posti e inconsapevolmente si imbattono in una storia più grande di loro.
Fresco fresco di stampa, Volo di paglia è il romanzo d’esordio di Laura Fusconi, una giovanissima e promettente scrittrice nostrana.
Sono i bambini i protagonisti di questa storia: è attraverso i loro occhi che vediamo le violenze perpetrate dalle camicie nere e l’omertà della gente che sa ma non parla, che nasconde la testa sotto la sabbia per timore di rappresaglie. Piccoli testimoni innocenti, resi muti dalla paura ma con un cuore grande e un senso di giustizia che fa onore agli eroi; piccole vittime che pagano per le colpe (sempre se di colpe si può parlare) dei loro padri; bambini che hanno perso troppo presto la loro ingenuità e la loro spensieratezza.
Camillo non disse niente. Pensava ai ragazzi che scendevano dai monti per ammazzare gli uomini con la camicia nera. Magari sarebbero venuti anche per Gerardo Draghi, un giorno.
«La casa è quella», gli avrebbe detto lui senza esitazioni, indicandogli la strada. Ce li avrebbe persino accompagnati.
«Se non lo trovate, è nella stanza rossa».
Avrebbe insistito per restare a guardare.
«Non è uno spettacolo per un bambino», gli avrebbero detto i ragazzi della montagna.
«Non sono più un bambino».
Il romanzo, ambientato nelle campagne piacentine, si apre su un giorno di festa, per i più piccoli il momento che aspettano con trepidazione per tutto l’anno. Ed è proprio in questo clima festoso che l’arroganza e i soprusi di Gerardo Draghi, il ras del paese, risultano ancor più violenti. È forte la contrapposizione tra la gioia di Camillo, Tommaso e Lia e la violenza che esplode poco dopo. Ma siamo nell’agosto del 1942 e, mentre imperversa la guerra, le camicie nere possono operare indisturbate, seminando la paura tra i compaesani.
I personaggi che si incontrano in queste prime pagine del libro sono succubi di un ingranaggio che ha permesso che il potere di pochi spadroneggiasse senza freni, mietendo vittime tra i deboli e gli innocenti. I mostri non vogliono bene a nessuno.
Cinquant’anni dopo altri due bambini, Luca e Lidia, giocano negli stessi luoghi, tra le rovine della Valle, la grande casa padronale della famiglia Draghi: qui si è consumato un tragico evento e toccherà ai due bambini confrontarsi con i fantasmi di quel passato ed esorcizzare il male, pur non cogliendo fino in fondo la drammaticità della situazione.
Il romanzo è diviso in tre parti, costruiti in modo che solo alla fine i nodi vengono al pettine, chiarendo i fatti che sono intercorsi tra quel lontano 1942 e il presente. E così come i giochi sono rimasti gli stessi – in primis, quel volo di paglia che dà il nome al romanzo – anche il modo di affrontare la realtà, inventando storielle per vincere la paura, è rimasto immutato nel tempo.
Non è facile trattare un tema scottante come lo squadrismo fascista senza scivolare nel pietismo e ancor più difficile è lasciare che siano i bambini a raccontarcelo, eppure Laura Fusconi è riuscita a farlo in modo egregio. Un esordio il suo che fa davvero ben sperare per il futuro…