Noa e Amir, giovane coppia alle prese con la convivenza, devono fare i conti con i drammi dei loro vicini di casa e con le difficoltà che vivere insieme comporta.
Piacevolmente sorpresa da Tre piani, sono corsa a comprare un altro libro dello scrittore israeliano Eshkol Nevo ed eccomi a parlarvi di Nostalgia, il suo romanzo d’esordio. Anche qui troviamo una struttura polifonica che mette a fuoco tante voci e diversi punti di vista con il dichiarato scopo di raccontare lo stesso accadimento da più prospettive.
La vicenda ruota intorno all’arrivo a Castel, un quartiere a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv, dei due protagonisti, Amir e Noa: lui studente di psicologia, lei di fotografia. Basta la loro presenza in questo luogo desolato a sconvolgere gli equilibri dei preesistenti abitanti: Moshe e Sima, il giovane Yotam e i suoi genitori, tutti subiscono il fascino di questi due innamorati freschi di convivenza.
Ma anche la tranquillità dei nuovi arrivati subisce ben presto una battuta d’arresto: il loro amore, prima così libero, così spensierato, dovrà fare i conti con la quotidianità che raffredda la passione e svela la differenza dei loro carattere, prima perfettamente accordati e adesso sempre più in conflitto – anche se un reale scontro non avviene mai. Amir e Noa si allontanano, avvertono il cambiamento ma senza far nulla perché le loro diversità diventino un punto di forza.
Di cosa hai nostalgia adesso, ad esempio?
Di te.
Anche io ho nostalgia di te.
Ma sono qui.
No, ho nostalgia di come eri prima di venire a stare qui.
Come ero?
Non so. Più… rotondo. […]
Mi spiace deluderti, Noa, ma ho degli spigoli.
L’autore scava nella loro mente in maniera impeccabile, mettendo a nudo le frustrazioni, i rancori repressi, le recriminazioni, le speranze disilluse. Fino al collasso, al punto di non ritorno.
Un analogo lavoro Nevo lo fa andando a cogliere i motivi di malcontento anche nella coppia collaudata che abita dietro la porta accanto. Anche lì dove la situazione è apparentemente idilliaca, lo scrittore scandaglia le falsità e le ipocrisie che si celano nella trama di un matrimonio riuscito e stabile, facendolo vacillare. Nessuno si salva da questo meccanismo di smascheramento introspettivo dove ogni personaggio si presenta a noi lettori senza pudori e senza menzogne.
Dopo che Amir ha succhiato via il dispiacere a Noa qualcosa ne resta in lui.
Si addensa laggiù, nelle profondità della pancia.
Così, indisturbata, funziona la legge di conservazione della tristezza.
Sullo sfondo, ancora una volta, la delicata questione degli scontri tra israeliani e palestinesi, e un avvenimento – l’uccisione del capo del governo Rabin – che scuote le coscienze dei protagonisti di questa storia.
Nostalgia è il romanzo più complesso tra quelli che ho letto di Nevo – La simmetria dei desideri e Tre piani – perché le voci narranti si accavallano passando dall’una all’altra senza una logica di continuità. Eppure è proprio questo il valore aggiunto, una cacofonia disturbante che permettere di avvertire sulla pelle il malessere psicologico dei personaggi.