Ormai anziano e con vuoti di memoria sempre più preoccupanti, Barney Panofsky ripercorre le tappe più importanti della sua vita: la cricca di amici, i tre matrimoni, l’amore tradito per Miriam, un rapporto conflittuale coi figli e un’accusa di omicidio che pende sulla sua vita per tutta la vita.
Chissà perché ho aspettato tanto a leggere La versione di Barney di Mordecai Richler, un gioiellino irresistibile che mischia sarcasmo e malinconia in egual misura.
Il romanzo è costruito come un colossale memoriale sulla vita di Barney, un personaggio francamente sgradevole, un antieroe spregiudicato: è un dongiovanni, un ipocrita, un ruffiano, un mentitore seriale, un ubriacone e un traditore; ha sempre vissuto egoisticamente e senza freni; si è arricchito producendo quella che chiameremmo tv spazzatura.
Ma più che un’autobiografia sembra un colossale atto d’accusa contro se stesso, perché è lui per primo, senza inibizioni né giri di parole, a smascherare le sue malefatte e a riconoscere gli errori che lo hanno allontanato dai suoi affetti, sua moglie Miriam e i tre figli Saul, Kate e Mike.
Rettifico quello che ho detto in precedenza. Per quanto ondivaghi, questi ricordi a qualcosa approdano. Il qualcosa è che in tutti gli anni sprecati a invecchiare mi sono salvato da tante situazioni difficili grazie a un sistema di bugie piccole, grandi e medie. Mai dire la verità. Anche se ti colgono sul fatto, negare, negare sempre. La prima volta che ho detto la verità sono stato accusato di omicidio, la seconda ci ho rimesso la felicità.
Nel suo racconto Barney salta di palo in frasca, passa dai ricordi della giovinezza, poi al primo matrimonio, al secondo, al terzo, citando un numero esagerato di persone con cui ha avuto o ha rapporti di amicizia (ma più spesso di inimicizia).
Ecco, questo suo modo di procedere a scossoni all’inizio è destabilizzante e mette una grande confusione in testa. Non lo nego, ci sono volute un centinaio di pagine per prendere le misure ma è una fatica che si fa volentieri e che, soprattutto, ripaga pienamente le aspettative.
Il romanzo è un vero spasso.