A seguito di uno spiacevole malinteso, Giovanna è incuriosita di conoscere la sorella del padre, Vittoria, che è invisa alla famiglia per un litigio avvenuto molti anni prima. Nonostante sia burbera e astiosa, Giovanna è affascinata dalla zia per quel suo modo di aprirle gli occhi sulle verità della vita e sulle menzogne dei suoi genitori.
Dopo la quadrilogia dell’amica geniale (che forse sono rimasta l’unica a non aver letto), Elena Ferrante (chiunque sia!) torna in libreria con La vita bugiarda degli adulti, un romanzo che smaschera le piccole e grandi bugie che i genitori raccontano (o tengono nascoste) ai loro figli.
A scatenare il finimondo è una frase detta male e recepita peggio, uno stupido confronto tra Giovanna e la zia Vittoria che, a detta di tutti, è l’incarnazione del male, brutta quanto un peccato e meschina più del diavolo. Ovvio che a quel punto la ragazzina voglia conoscere meglio la zia e vedere con i suoi occhi quanto sia spaventosa.
Tutt’altro che privo di conseguenze, l’incontro con la zia determinerà la fine dell’infanzia felice e precipiterà la protagonista in un’adolescenza fatta di ribellione ai genitori e di interesse per la sessualità. Se a questo si aggiunge la storia di un braccialetto di famiglia e una scena apparentemente intima tra sua madre e un amico di famiglia, ecco che il quadro è completo. Gli adulti mentono.
Cosa succedeva, insomma, nel mondo degli adulti, nella testa di persone ragionevolissime, nei loro corpi carichi di sapere? Cosa li riduceva ad animali tra i più inaffidabili, peggio dei rettili?
Tutta questa serie di coincidenze porta allo svelamento di un segreto vecchio di quindici anni, un segreto che apre un baratro nella vita di Giovanna e della sua famiglia.
La Ferrante riesce a penetrare nei meandri della vita interiore di una ragazzina alle prese con le prime esperienze sentimentali e con la disillusione che papà e mamma siano perfetti.
Quello che però proprio non mi torna è la figura (per nulla marginale) della zia. Di una cattiveria a volte inspiegabile e gratuita, autoritaria senza averne diritto, a cui tutti i personaggi della sua cerchia obbediscono, intimiditi e remissivi.
La vita bugiarda degli adulti non mi ha convinto del tutto. Piacevole lettura ma che – ne sono sicura – non rimarrà nella memoria a lungo.