Appena diventata la moglie di David, Rachel si trasferisce nella tenuta di Carnhallow e dovrà affrontare le difficoltà di entrare nel cuore del figlio di lui, Jamie, e convivere con il fantasma della prima moglie, morta due anni prima in un tragico incidente.
A due anni dall’uscita de La gemella silenziosa, Tremayne torna in libreria con un altro thriller psicologico che promette di essere altrettanto avvincente, Il bambino bugiardo.
Questa volta però lo scrittore inglese non mantiene appieno le promesse fatte, dato che il romanzo è uno di quelli che si leggono con interesse ma che ha alti e bassi a livello di tensione.
Già nella prima parte, ero infastidita da un ritmo che non si addice affatto al genere thriller, essendo lento e pieno di particolari non molto pertinenti (in primis tutte le leggende sulle miniere della Cornovaglia). Insomma, la storia ci mette un po’ a decollare.
Poi però tutta la fase centrale è ben realizzata, con picchi di suspense che fanno davvero saltare sul divano, complice un’atmosfera da brivido tra fantasmi reali o presunti che si aggirano in una casa fredda, isolata, senza corrente e con un’infinità di porte chiuse e cigolanti.
Credo che il mio figliastro possa predire il futuro e so che la sua defunta madre si aggira per casa, ma so anche che tutto questo è impossibile e mi sta logorando i nervi.
C’è lo zampino della magia o della pazzia che gioca brutti scherzi alla protagonista? La rivelazione finale non è affatto scontata, ma è proprio allora che ci si rende conto l’inutilità di alcune trovate.
Personalmente ritengo che l’autore abbia fatto un passo indietro rispetto al suo romanzo d’esordio; ha dimostrato di saper fare di meglio e non dovrebbe farsi invogliare da pubblicazioni frequenti ma prive di contenuti più che validi.