Il Professore, alle soglie della pensione, decide di scrivere un libro che racconti un sentimento condiviso da tutti. Così, seduto al tavolino del solito bar, scruta gli avventori mentre si preparano all’Evento, la partita del Napoli del weekend.
In questo romanzo Maurizio De Giovanni mette momentaneamente a riposo le indagini investigative del commissario Ricciardi e si dedica ad un altro scenario, quello del calcio e delle quattro chiacchiere da bar.
Ma questa non è una storia sul calcio o sul Napoli in senso stretto. È piuttosto la storia di vite diverse che si intrecciano perché legate da quell’unica comunione di intenti: che la palla finisca in rete. È la storia di amicizie nate sul campo – in Distinti, a dire il vero. Di amori sbocciati con una sciarpa azzurra al collo. Di legami di sangue rinsaldati da quei novanta minuti di speranza, di timore, di gioia e di festeggiamenti.
Ora, dovete sapere che i vicini di posto rientrano tra quegli elementi casuali ma determinanti, come l’incontro con la donna che sarà il tuo grande amore, o col tuo migliore amico in un banco della prima elementare. Non perché li rivedrai ancora, ma perché può darsi che sia con loro, proprio con persone scelte dal caso, che vivrai uno dei momenti memorabili della tua esistenza, che racconterai ai nipoti o ricorderai per sempre.
Come ho detto, Il resto della settimana non è un romanzo pensato solo per i tifosi del Napoli, o per quanti hanno amato Maradona – Lui, l’Innominabile. Ma tutti quelli che hanno una passione sportiva – quale che sia lo sport – si riconosceranno in questo o quel personaggio: lo scaramantico, l’eterno ottimista, il pessimista, il sofferente, il Malato.
La loro è una strisciante, violenta patologia, con sintomatologia multiforme, assolutamente inguaribile. Si contrae in tenera età, spesso per contagio, un padre, un fratello, un amico; più spesso è genetica. Ha incubazione, decorso e crisi con una curva temporale settimanale e culmina la domenica, quando raggiunge la sua fase acuta.
Quello che rende questo romanzo molto piacevole è una scrittura brillante, allegra, ironica e spumeggiante. E non solo strappa a più riprese un sorriso, ma qua e là non manca di alzare il tiro e puntare dritto al cuore, con momenti più accorati, nostalgici ed emozionanti che fanno venire la pelle d’oca.
Certo è che De Giovanni tratteggia solo il lato buono del calcio, quello della condivisione tra sconosciuti (di sentimenti, ma anche di spuntini), delle chiacchiere amichevoli al bar, del tifo buono (al massimo di qualche sfottò all’arbitro e alla sua gentil consorte). Niente tafferugli tra tifoserie avversarie, niente carica della polizia, nessun bollettino di guerra il lunedì mattina. Una visione romantica e soprattutto pacifista del mondo del calcio, che purtroppo ad oggi è relegata alle pagine di questo buon libro più che alla realtà dei fatti.