Nombeko è una ragazzina cresciuta in una baraccopoli del Sudafrica che non sa né leggere né scrivere ma ha una spiccata propensione per i numeri. Grazie a questa sua capacità, si ritrova a vivere strampalate avventure tra Johannesburg e la Svezia e a incontrare bizzarri personaggi e volti famosi della storia contemporanea.
Il tempismo è tutto. Ho letto L’analfabeta che sapeva contare a distanza ravvicinata da Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve e forse ho avuto troppa fretta di farlo. Il primo mi aveva divertito parecchio: vedere questo nonnetto aitante e scaltro alle prese con delinquenti di ogni risma è stato davvero uno spasso. Ma per chi lo ha amato come me, il consiglio è quello di aspettare un po’ a buttarsi a capofitto nelle vicende di questa ragazzina perché tutto sommato la storia non è poi così dissimile.
Tutto, dai personaggi alle vicissitudini rocambolesche, ricordano troppo smaccatamente quelle di Allan, e alla fine nella testa ti ritrovi piccoli spaccati di vita che non sai più se appartengano all’uno o all’altra. Non che questa storia sia brutta, anzi, ma ho l’impressione che se avessi invertito la lettura dei due romanzi avrei dato un giudizio positivo a questo e sarei stata scettica sul giudizio da dare a quello.
L’umorismo è garantito anche in questa stramba e surreale storia in cui si susseguono colpi di scena inaspettati e soluzioni ai problemi del tutto imprevedibili e spesso senza senso. Le prime pagine sono davvero esilaranti ma poi via via che si procede con le avventure di Nombeko, va scemando l’effetto sorpresa.
La situazione non poteva essere più drammatica di così. Trenta minuti prima che peggiorasse.
L’aspetto che salvo al cento per cento è la vena ironica della scrittura che, anche se ha il sapore del “già visto”, non stanca mai. Anzi. Quando meno te lo aspetti, ti ritrovi a ridere sonoramente.
In fatto di fede aveva sempre pensato che, non avendo certezze, tanto valeva tirare a indovinare.
Insomma, Jonas Jonasson è uno che sa scrivere, non c’è dubbio. E la fantasia non gli manca di certo. Però la sensazione è che giri intorno sempre alle stesse cose.
Da qualche mese è uscito in libreria L’assassino, il prete, il portiere ma credo che aspetterò che queste storie siano un po’ sfocate nella mia mente prima di buttarmi a capofitto nelle avventure di questi nuovi personaggi jonassoniani.
Jonas Jonasson
L’analfabeta che sapeva contare
Bompiani, 2013
pp. 482