Juliet è appena entrata nella nuova casa con il fidanzato Simon quando scopre che lui l’ha tradita. Cercando consolazione in un vecchio libro della nonna, trova una lettera da cui viene a conoscenza dell’esistenza di una sorellastra che la madre ha dato in adozione alla nascita. Questi due avvenimenti non possono che cambiare radicalmente la sua vita…
Iniziamo col dire che questo non è un libro nelle mie corde: la copertina è troppo appariscente, il titolo è di quelli che sono di gran moda negli ultimi tempi – se non sono profumi, sono ingredienti culinari! Eppure ho ceduto e l’ho comprato perché per molto tempo l’ho visto esposto in bella mostra sugli scaffali della libreria.
Amore, zucchero e cannella si legge con una semplicità disarmante. Lo inizi e senza accorgertene hai superato la metà. Scorre liscio come l’olio, sostenuto da una scrittura fluida e catturante.
La protagonista Jules è l’ennesima Bridget Jones dei nostri tempi. Una storia d’amore finita male a causa del più classico dei tradimenti – quello tra il fidanzato e la sua migliore amica – a cui segue un periodo di instabilità e indecisione tra lasciarsi vincere dalla depressione o voltare pagina gettandosi a capofitto nella vita. Non è difficile immedesimarsi in lei, con le incertezze, le paure e i momenti di sconforto con cui tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti.
Aspettai che quella sensazione di pesantezza svanisse dalla mia mente e mi domandai se si poteva correre più veloce dei pensieri per lasciarseli alle spalle, ammucchiati sul marciapiede in modo che qualcun altro potesse spazzarli via.
Le ultime pagine però prendono una piega scontata da romanzetto rosa, stile Beautiful. Non svelo nulla, ma certo senza l’ultimo capitolo il romanzo ne avrebbe guadagnato in credibilità!
Altra pecca, per nulla trascurabile: in queste 348 pagine non c’è alcun nesso con la cucina. Allora perché questo titolo? Sarebbe stato più appropriato semmai un riferimento alla tequila, visto che la protagonista passa la metà del tempo con un bicchiere in mano e l’altra metà a farsi passare la sbornia!
Insomma, se l’intento dell’autrice era quello di rilassare e distrarre dal trantran quotidiano, direi che c’è riuscita in pieno. Un libro da leggere sotto l’ombrellone? Può darsi, ma di quelli che non importa se si inumidiscono e si insabbiano un po’!