Mary Louise, giovane e povera ragazza di campagna, sogna di vivere in città e, per realizzare il suo sogno, accetta di sposare Elmer, scapolo attempato e poco piacente ma con un’attività commerciale ben avviata. Ma il loro sarà un matrimonio sterile non solo di prole, ma anche di sentimenti…
Leggendo Turgenev è una storia d’amore mancata, fatta di rimpianti e di speranze disilluse.
Nella protagonista c’è molto della Madame Bovary flaubertiana, così delusa dalla vita coniugale e annoiata dalla routine quotidiana; ma c’è anche molto della Cenerentola sottomessa e fortemente criticata dalle due cognate. Ha vita dura in una casa dove la sua presenza viene percepita come un’intrusione ed è causa di squilibrio nel normale menage familiare.
I tre protagonisti – Mary Louise, il marito Elmer e il cugino Robert – suscitano nel lettore al contempo rabbia e afflizione. Le loro vite si intrecciano in un particolarissimo triangolo amoroso (non consumato), e tutti e tre – chi per un motivo, chi per un altro – si piegano ad una vita fatta di solitudine e di infelicità, imprigionati in esistenze piatte e senza passioni. In particolare, tanto Mary Louise quanto Elmer sono sottomessi a convenzioni sociali che li legano in un matrimonio senza amore e da cui trovano sollievo creandosi una realtà alternativa: per lei, la lettura dei classici e le fantasticherie su un amore non vissuto; per lui, l’alcol che annebbia la mente.
La vita di una persona non è ordinata, sostiene Sorella Hannah; è tutta sparpagliata nel tempo. Il presente non c’è quasi; il futuro non esiste. Solo l’amore conta, nei frammenti della vita di una persona.
Il lettore non spera nel lieto fine perché è chiaro fin dalle prime pagine l’epilogo doloroso, ma aspetta con pazienza che la storia faccia il suo corso. Il giudizio rimane sospeso, poiché Elmer, pur essendo la causa dell’infelicità della sua sposa, non è un vero aguzzino crudele e senza scrupoli, ma solo un uomo anaffettivo e senza spina dorsale, che non sa adeguarsi al ruolo di marito e compagno di vita.
Oltre allo stile asciutto e puntuale di William Trevor – che già avevo avuto modo di apprezzare ne Il viaggio di Felicia e in Morte d’estate – ho trovato particolarmente accattivanti i salti temporali tra il presente e il passato, che rendono l’intreccio narrativo più complesso e denso di aspettative.
William Trevor
Leggendo Turgenev
Guanda, 2012
pp. 248