La protagonista Cressida Mayfield è una diciannovenne ombrosa e complicata, la figlia intelligente e bruttina – se confrontata alla sorella maggiore Juliet. Cressida sparisce nel nulla in una sera di luglio e da questo fatto si assiste al crollo di due genitori “normali”, Zeno e Arlette, e alle chiacchiere di un’intera comunità piena di fantasmi e segreti.
Sarà che amo questa scrittrice più di ogni altra, sarà che da tempo non riuscivo ad assaporare in pieno il piacere della lettura, ma a mio parere Scomparsa è non solo il romanzo migliore di Carol Oates, ma anche uno dei miei più amati in assoluto degli ultimi anni.
Come sempre è ambientato nella provincia americana, per l’esattezza a Chartage, stato di New York. È tipico della Oates ambientare i suoi romanzi in famiglie della media borghesia americana, famiglie normali all’apparenza ma con tanti segreti all’interno.
Ho amato un personaggio come non mai: Cressida odiosa, dolce, brutta, maleducata, fragile, sognatrice, in perenne battaglia con se stessa e con il mondo. Cressida che non si perdona facilmente, Cressida in continua lotta con chi sottolinea la frase di sempre: la sorella bella e la sorella intelligente. Oltre al grande amore per lei, con questo romanzo ho stimato oltre ogni modo una scrittrice che a quasi 80 anni riesce sempre a dare il meglio e a creare personaggi che sono di un’attualità incredibile.
Del resto, le umane debolezze restano il suo forte e al quarantesimo romanzo – forse più – si permette anche di dedicare la parte centrale del romanzo a quella che io immagino essere una sua lotta personale contro la pena di morte. Analizzata e spiegata in ogni minimo dettaglio, non a caso ma come parte integrante e fondamentale del romanzo. Questo libro è da leggere, questo libro è un capolavoro.