In una vecchia giacca donata in beneficienza, Tina trova una lettera ancora sigillata, scritta ma mai spedita oltre trent’anni prima. Per distrarsi dalla sua esistenza tutt’altro che serena, è intenzionata a trovare Chrissie, colei a cui è indirizzata, in modo che sappia le vere intenzioni del suo amante Billy. Questa ricerca porterà Tina a credere ancora nell’amore e a fidarsi di nuovo degli uomini.
La lettera, romanzo d’esordio di Kathryn Hughes, è uscito solo pochi mesi fa ma è già stato definito il caso editoriale dell’anno. Be’, non sono d’accorso. Il libro si fa leggere, a tratti anche con un certo interesse, ma non soddisfa in pieno le aspettative che seguono un così gran clamore.
Dal mio punto di vista l’ho trovato un libro un po’ piacione, di quelli che cercano a tutti i costi di strappare la lacrima al momento giusto. Le prime cinquanta pagine sono infarcite fino all’inverosimile di sdolcinati cliché: la violenza domestica, il senso di colpa, la tendenza a giustificare e a perdonare.
Per fortuna, in seguito il romanzo prende una piega più briosa e avvincente.
Gli intrecci sono a volte un po’ forzati – ad esempio, il fatto che le due protagoniste femminili abbiano lo stesso nome o, ancora più sconcertante, che la lettera sia rimasta nella tasca della giacca per oltre trent’anni – e i personaggi non è che brillino per intelligenza e coraggio, anzi!
La mia personale opinione è che la scrittrice inglese rende meglio nella costruzione dell’intreccio piuttosto che nelle parti sentimentali dove le battute hanno un che di artefatto: belle frasi a effetto ma non sostenute da un’atmosfera davvero sentita.
La vita è un bene prezioso, Mrs Craig. Faccia tesoro di ogni istante che vivrà con suo figlio. Non troverà mai un altro amore come questo.
In definitiva, le scene che dovrebbero essere ricche di patos e richiederebbero il coinvolgimento totale del lettore non convincono del tutto.
Ma veniamo ai punti di forza del romanzo. Innanzitutto, lo stile. La Hughes sa scrivere, e lo dimostra il fatto che, dopo un primo impasse, le 300 pagine che seguono vanno via come il pane. E poi non è male la ricostruzione della storia d’amore tra Chrissie e Billy, vista ora dal punto di vista di lei, ora di lui, ora da colei che intraprende una fitta ricerca per trovarli.
In definitiva, un libro che si fa leggere, ma la scrittrice e giornalista inglese deve sgomitare ancora parecchio se vuole accaparrarsi un posto tra gli autori contemporanei di imperitura memoria. Staremo a vedere…