Marcus e Sandra, se pure in ambiti diversi, sono a caccia dello stesso serial killer, che prende di mira giovani coppie di innamorati, torturando le donne e uccidendo sul colpo gli uomini. Dalle indagini viene fuori che tra le vie della Roma papale si nasconde un mistero che deve essere svelato per fermare questa ondata di violenza.
Il cacciatore del buio è una sorta di seguito de Il tribunale delle anime, e inizia lì dove si era interrotto il precedente, ossia dall’incontro tra Marcus, penitenziere misterioso che combatte il Male in nome della Chiesa, e Sandra, fotoreporter della polizia criminale. Ma il collegamento col precedente romanzo si ferma qui, e quello che c’è da sapere del loro passato viene fuori tra queste pagine. Per cui, per entrare nel vivo di questa storia, non serve aver letto il precedente, che a dire il vero ha delle forzature che lo rendono meno brillante.
Il male è quell’anomalia davanti agli occhi di tutti ma che nessuno riesce a vedere.
A caldo la mia impressione è stata che fosse un bel thriller, avvincente e nell’insieme ben architettato, ma che le ultime quaranta pagine fossero superflue. Invece, è proprio a quelle che la mia mente torna involontariamente. E sono quelle che racchiudono il senso più profondo di questo romanzo.
Parlagli del bene e ti ignoreranno. Mostragli il male e ti presteranno attenzione.
Unica pecca del libro è che ci mette un po’ a decollare, ma quando parte non lo ferma più nessuno. Tutto è calibrato magistralmente: le indagini dei due protagonisti si alternano e si incrociano, gli indizi sono sparsi qua e là e quello che sembra, poi non è così lampante. Alla fine però tutti i tasselli si incastrano alla perfezione definendo una trama complessa.
Interessanti anche gli spunti (alla Dan Brown, per intenderci) sui misteri legati ai luoghi di culto della Roma papale. Misteri e leggende che a dire il vero si perdono nella memoria e neanche i romani doc conoscono più.
Questa è Roma, pensò fugacemente Marcus. Un posto dove ogni verità rivelata nascondeva a sua volta un segreto. E l’insieme era ammantato di leggenda. Così che nessuno potesse sapere, realmente, cosa si celava dietro ogni cosa. Tutto per non turbare troppo le anime degli uomini. Piccole e insignificanti creature, ignare della guerra che si combatteva continuamente e di nascosto intorno a loro.
E la parte più inquietante è che c’è del vero in tutto questo…
Donato Carrisi
Il cacciatore del buio
Longanesi, 2014
pp. 406