Letty è una mamma single che non si è mai occupata dei figli, lasciando ai suoi genitori il compito di educarli. Quando però resta sola, deve iniziare a prendersi le sue responsabilità, per garantire al primogenito Alex e alla piccola Luna il futuro che meritano.
Iniziamo col dire che non mi entusiasmano granché i romanzi troppo “leccati”, dove si fa perno sui buoni sentimenti. E in questo Le ali della vita ho trovato tutti quegli elementi che non mi piacciono. In realtà già quando l’ho trovato sullo scaffale della libreria, il mio allarme interiore ha cercato di mettermi in guardia. Il titolo e la copertina mi hanno richiamato subito alla mente i vecchi Harmony (e pensare che la Diffenbaugh punta molto sulle copertine, visto che sia per questo romanzo che per quello precedente ha progettato quattro diverse varianti). Però ho imparato a diffidare delle prime impressioni.
Già il romanzo precedente di questa autrice, Il linguaggio segreto dei fiori, non mi aveva, a prima vista, allettato più di tanto (anche lì ero scettica per l’immagine di copertina) ma poi dopo averlo letto ne ho serbato un buon ricordo. Al che mi sono detta, riproviamo!
Ecco, Le ali della vita è uno di quei libri che ti dispiace abbandonare perché tutto sommato non è brutto, poverino, ce la mette tutta per spiccare il volo. Ma niente di più. Non c’è mai un momento in cui ti senti partecipe delle storie dei personaggi e fino all’ultimo speri che quel guizzo salti fuori da un momento all’altro.
L’ultimo terzo di libro è senza dubbio più avvincente e si legge più volentieri ma poi il finale è banale e sdolcinato (alla Harmony, appunto).
Ma poi devo dire che non è una storia così originale. I personaggi hanno il sapore del già visto: la mamma inaffidabile, il figlio che deve rimediare agli errori della madre, il collega-salvatore delle situazioni tragiche (e delle cene. Che problemi hanno le figure femminili della Diffenbaugh coi fornelli?). E senza andare troppo lontano, la protagonista è un calco di quella del romanzo d’esordio dell’autrice americana.
Senza voler entrare nello specifico e fare spoiler, ma come può essere credibile che una persona commetta un errore imperdonabile e rovini la vita ad un’altra, ma tutto finisca a “tarallucci e vino” come se niente fosse?
Riprenditi e sistema le cose. E se non puoi sistemarle, volta pagina. È l’unico modo per vivere.
Della serie, se non riesci a rimediare ai tuoi errori, pazienza. Passa oltre… Non è che il messaggio intrinseco del libro sia poi così edificante, né tanto meno che brilli per originalità! Ad ogni modo, il libro si fa leggere, ma ho più di qualche sospetto che nel tempo inizierà a sbiadire nella memoria.