"Ci rivediamo lassù" è una bellissima storia dolce-amara sulle nefandezze della guerra e sui legami che, nonostante tutto, riescono a nascere.
Narrativa straniera
La tragedia di un moderno Edipo in un Giappone fantastico e surreale.
Chi si aspetta di ritrovare l’amato Sándor Márai resterà deluso. E non perché sia un brutto libro in sé, ma perché è talmente sopra le righe da non essere in nessun modo accostabile agli altri romanzi dell’autore.
Già da questa prima opera Yehoshua è alle prese con la vita coniugale, con le sue difficoltà e incomunicabilità. Intenso e magnetico, questo romanzo merita di essere letto e riletto.
Una storia che parte sotto i migliori auspici, ma perde troppo presto mordente trascinandosi per pagine e pagine (349 interminabili pagine, per l’esattezza).
Un romanzo a tratti molto commovente ma nell’insieme abbastanza discontinuo: si passa da capitoli così densi da far venire le lacrime agli occhi ad altri superflui, quasi senza senso e a volte ripetitivi.
Un classico della letteratura che mette sotto i riflettori un fatalismo che ha la sua ragion d’essere nell’essere estraneo – e perciò straniero – alle logiche del mondo.
Sostenuto da una scrittura audace ed al tempo stesso brillante, Paul Beatty ci regala un libro memorabile.
Un romanzo sulla malattia, sul dolore e su ciò che è la ragione più intima da cui il processo di deperimento fisico prende il via: le scelte (discutibili) che si fanno senza curarsi delle possibili conseguenze.
Delicato ed emozionate, questo romanzo della Strout porta alla luce i dubbi di un uomo di Chiesa, la cui vocazione religiosa vacilla sotto la pressione delle sofferenze personali.