Un romanzo che racconta la vita, la morte, l’amicizia, il senso di appartenenza alle proprie origini e lo fa in un crescendo di emozioni che non dà tregua.
Narrativa straniera
Un romanzo che descrive in modo diretto e reale il disagio di molti giovani, la volontà di appartenenza a un gruppo a tutti i costi, il non volere tirarsi indietro, qualunque sia la posta in gioco.
Un romanzo complesso e difficile da digerire, ma che ripaga pienamente dello sforzo (e che sforzo!) compiuto per arrivare alla fine. Un libro da leggere e rileggere per capirlo ogni volta di più.
Il classico libro senza arte né parte questo della Diffenbaugh. Non molto credibile né molto originale!
Un libro in cui non è facilissimo tenere il filo ma, arrivati a un certo punto (forse addirittura a metà), si ha l’impressione che non se ne possa più fare a meno.
Consiglio questo libro a coloro che vogliono scegliere di amare, di sognare, di scappare, di restare, di osare, di rinunciare, di crescere, di ritrovarsi, di piangere a grandi singhiozzi, di essere se stessi nel bene o nel male.
Un romanzo controverso, per certi versi politicamente scorretto, ma di un’intensità rara. Consigliatissimo!
Lettura piacevole ma niente di più. Se cercate il capolavoro guardate da un’altra parte!
Javier Marías è uno scrittore cervellotico con il dono di sviscerale l’animo umano e buttarlo lì, sulla carta, a brutto muso. Che ci piaccia o no, nelle sue conclusioni aspre e dure c’è un pezzetto di ognuno di noi.
Una storia incredibilmente bella, che mi ha colpito per la grande maestria e la potenza creativa dell’autore, lasciandomi alla fine sazio di piacere.