Un romanzo controverso, per certi versi politicamente scorretto, ma di un’intensità rara. Consigliatissimo!
Romanzo
Una violenza che è l’unica lingua che si parla quando si deve far rispettare la regola.
Javier Marías è uno scrittore cervellotico con il dono di sviscerale l’animo umano e buttarlo lì, sulla carta, a brutto muso. Che ci piaccia o no, nelle sue conclusioni aspre e dure c’è un pezzetto di ognuno di noi.
150 pagine di pura delizia. Poco impegnativo ma spiritoso e piacevole, questo libro sa anche essere molto profondo e toccante. Il finale dolce-amaro è una chicca da non perdere!
Questo romanzo sarà solo una favola, ma è una favola buona, che ti rimette in pace con il mondo. Una storia da far leggere a tutti gli adolescenti in crisi, ma anche ai loro genitori.
In questo romanzo c’è il valore dell’amicizia, c’è la speranza che si infrange contro la dura realtà, c’è anche una natura crudele che elimina ciò che “non serve”. C’è commozione.
A tratti troppo lento e ridondante, a questo libro va comunque riconosciuto il merito di essere una testimonianza precisa dei fatti che scossero l’Europa nel periodo della Grande Guerra.
Può un’amicizia sopravvivere illesa agli orrori del mondo?
Una prima parte coinvolgente e ben strutturata lascia spazio ad una seconda più lenta e meno avvincente. Molto suggestivo lo spaccato di vita in una Palestina che cerca di amalgamare culture diverse.
Un libro discontinuo, con parti deliziose, ironiche, leggere, spumeggianti e altre più lente e nozionistiche.