Albert e Édouard si incrociano nell’ultima decisiva battaglia contro i tedeschi e, ora che la guerra è finita, niente li può sapere. Uniti nell’infelicità e nella delusione per ciò che riserva il dopoguerra, decidono di mettere su una frode colossale, giocando proprio sul sentimento nazionale verso gli eroi della guerra – mentre a loro che sono sopravvissuti non spettano neanche gli onori.
Ci rivediamo lassù è un romanzo incentrato sul valore dell’amicizia, un sentimento che va oltre la riconoscenza, la condivisione di una comune situazione – drammatica come solo la vita al fronte può essere. Un’amicizia che travalica i confini del lecito e finisce per diventare una società della truffa.
Albert è un uomo che, pur avendo perso tutto ciò che per lui contava prima della guerra, vive nella speranza di dare un barlume di felicità a Édouard, il suo salvatore, colui che gli ha dato una seconda possibilità, una seconda vita. Ed è per lui che sacrifica quella stessa vita, andando contro i propri principi e mettendo da parte le aspettative e i sogni reconditi.
Albert e Édouard rappresentano una generazione, quella che è sopravvissuta alla Grande Guerra, una generazione per cui il futuro non riserva la gloria e la riconoscenza dovute, ma disoccupazione, precarietà, fame, disillusione, paura, incubi ricorrenti e ricordi indelebili di ciò che è successo sotto il fragore delle bombe.
Mentre continua a stringerlo a sé, Albert si dice che per tutta la guerra, come tutti, Édouard ha pensato a una sola cosa, sopravvivere, e ora che la guerra è finita e lui è vivo, ecco che pensa solo a sparire. Se anche i superstiti non hanno più altra ambizione che morire, è proprio un macello…
E poi c’è chi di quella guerra non è pago, che ha il furore sacro della battaglia, che non si fa scrupoli a sacrificare le vite di giovani e inesperti soldati in nome della propria gloria personale. Gente che, finiti i combattimenti, trova il modo di trarne profitto. Quando si fa la conta delle vittime, quando ci sono famiglie da consolare e che chiedono solo di avere indietro i resti del proprio figlio/fratello/fidanzato/marito che ha dato la vita per la patria, ecco saltare fuori gli sciacalli che sul quel dolore si vogliono arricchire.
Pierre Lemaitre ha fatto un lavoro sopraffino nel tratteggiare le sfumature di ogni singolo personaggio: un padre addolorato per il tempo perso con un figlio che ormai non c’è più; una sorella diventata una donna forte che sa farsi valere; un reduce senza più voglia di vivere che trova un modo per reinventarsi ogni giorno con ironica giocosità; un vile e approfittatore uomo d’affari, che non dimostra affetto per nessuno, neanche per il figlio che aspetta o per la moglie che lo porta in grembo. E poi c’è lui, Albert – il personaggio a mio avviso meglio caratterizzato – un uomo costantemente combattuto tra amore e amicizia, tra giustizia e illegalità, tra desiderio di voltar pagina e paura che il passato torni a fargli lo sgambetto. Un personaggio di un’umanità rara. È stato un piacere incontrarlo…