Durante un esperimento di fisica che non ha precedenti, Emily si ritrova all’Inferno mentre un feroce assassino prende il suo posto sulla Terra. Sarà John, fidanzato di Emily ed ex militare, a proporre di ripetere l’esperimento per andare a cercarla e riportarla indietro.
Dopo aver letto e apprezzato molti dei titoli precedenti di Glenn Cooper (primi fra tutti quelli della trilogia sulla biblioteca di Vectis) era più che normale arrivare alla lettura di Dannati con aspettative altissime, soprattutto perché questo volume dà il via a una trilogia altrettanto promettente (almeno a detta della gran pubblicità che se ne è fatta).
Beh, sarò sincera e diretta. Questo libro è insignificante sotto tutti i punti di vista. La trama non sta in piedi: l’ inizio è lento e infarcito di termini incomprensibili di fisica, mentre tutto il viaggio dei protagonisti non è altro che una accozzaglia di personaggi con le loro storie nefaste e di battaglie in stile ‘tutti contro tutti’.
Ma è soprattutto lo stile che lascia molto a desiderare. Non c’è mai neanche un pizzico di suspense (che era poi il punto forte dei romanzi precedenti di Cooper) i dialoghi sono inverosimili ed è ripetitivo nel gestire l’incontro con i dannati. Come ho detto, troppi personaggi, tanti dei quali sono nomi illustri: Enrico VIII, Federico Barbarossa, Machiavelli, Caravaggio, Garibaldi, Himmler, Stalin. Troppi, davvero troppi! Che a Cooper piaccia infilare qualche personaggio storico nelle sue avventure è risaputo, ma qui esagera.
Che abbia voluto ripercorrere la discesa agli inferi dantesca? Peccato che qui non ci sia nulla di lontanamente poetico.
Un dubbio onestamente ce l’ho: siamo sicuri che l’abbia scritto Glenn Cooper?
Uno scivolone ci sta in una bibliografia densa come quella di Cooper, ma se questo è l’inizio di una discesa agli inferi (per noi che dobbiamo sorbirci storie senza spessore), una discesa per giunta sostenuta solo da una strategia di marketing, io non lo seguirò. Intanto per me la trilogia dei Dannati finisce qui!