Victor sta per trascorrere una notte di passione con la giovane Marta quando lei improvvisamente muore tra le sue braccia. La donna è sposata – il marito è fuori città per lavoro – e ha un bimbo piccolo che dorme nell’altra stanza. Combattuto sul da farsi, Victor decide di lasciare l’appartamento. Ma ormai è tardi per tornare alla sua vita come se niente fosse, e sente il bisogno di entrare in contatto con la famiglia della sua presunta amante.
Domani nella battaglia pensa a me mi ha confermato l’impressionate avuta dopo la lettura de Gli innamoramenti: Javier Marías non è uno di quegli scrittori che si lascia leggere con facilità o leggerezza, anzi. Richiede pazienza, tanta pazienza per entrare nella sua testa e capire come procede la sua scrittura. Solo allora ti si spalanca il mondo, il suo mondo, che è poi un po’ quello di ciascuno di noi.
Eppure, vuoi perché mi aspettavo qualcosa di più da questo libro (considerato probabilmente il più riuscito dell’autore spagnolo) vuoi perché ormai non ero del tutto nuova al suo modus operandi, sta di fatto che sono rimasta un pelino delusa.
Tante cose accadono senza che nessuno se ne accorga né le ricordi. Di quasi nulla resta traccia, i pensieri e i gesti fugaci, i progetti e i desideri, il dubbio segreto, i sogni, la crudeltà e l’insulto, le parole dette e ascoltate e negate o fraintese o travisate, le promesse fatte e non tenute in conto, neppure da parte di quelli a cui sono state fatte, tutto si dimentica o va perduto, ciò che si fa da soli e di cui non si prende nota e anche quasi di tutto ciò che non è solitario ma in compagnia, quanto poco rimane di ogni individuo, di quanto poco vi è testimonianza…
Anche in questo romanzo, ci si ritrova coinvolti in un flusso di pensieri inarrestabile, pensieri che sono collegati al fatto stesso ma che possono anche prendere strade più tortuose e andare a parare da tutt’altra parte, per poi tornare al punto di partenza. Inevitabilmente per seguire questo percorso nei meandri della mente umana – che è quella di Victor ma è anche quella del lettore – la scrittura si fa prolissa e ingarbugliata. Nella parte centrale, forse troppo ingarbugliata.
A mente lucida, credo che se avessi letto questo libro prima de Gli innamoramenti molto probabilmente sarei rimasta sbalordita da queste pagine più che da quelle. Molti sono i punti di contatto tra questi due romanzi, non solo per il tema trattato – ossia la morte improvvisa e l’attrazione per la famiglia del defunto –, ma anche per molte considerazioni dell’autore – sulla fugacità della vita, per esempio – che non mi suonavano completamente nuove, anzi.
Resta indubbiamente un ottimo romanzo e, a parte qualche lungaggine, la storia è intrigante e si legge come un giallo, aspettando un finale che si rivela poi davvero spiazzante e inaspettato.