Dopo la morte del marito, Mrs Donaldson si presta a fare la simulatrice di malattie in un ospedale universitario e, per un caso fortuito, accetta di osservare i suoi inquilini mentre fanno l’amore. Scoprirà così che la cosa non le dispiace affatto… Mrs Forbes è invece una madre preoccupata per il figlio prossimo alle nozze con una ragazza bruttina. Ma in quella famiglia non c’è solo un segreto da portare a galla, ma un intricato groviglio di intrighi e di complotti.
Due storie sporche è il titolo di questa raccolta di due racconti lunghi. Che poi le storielle siano sconvenienti più che davvero sporche è una questione a sé. Sporche perché è così che le definirebbero le menti benpensanti e bigotte, le malelingue ma che, pur nella loro paradossalità, non oltrepassano mai il limite della comune decenza.
E forse più del titolo è la copertina a dirla lunga sulla materia trattata – e, a proposito, chapeau ai grafici di Adelphi!
In entrambi i racconti, infatti, il lettore si ritrova a sbirciare dal buco della serratura nell’intimità della casa, anzi della camera da letto. Solo che ad essere spiati sono personaggi del tutto rispettabili, da cui non ci si aspetterebbe niente di anormale, niente di “sporco”. Eppure…
In Mrs Donaldson ringiovanisce la protagonista è una vedova neanche troppo anziana che riscopre i piaceri del sesso e si improvvisa voyeurista, mentre in Mrs Forbes non deve sapere ne succedono davvero di tutti i colori. Basta però che la cosa non si sappia in giro!
Alan Bennett smaschera le ipocrisie che si celano in ogni società, in ogni ambiente, forse anche dietro la porta accanto alla nostra. E lo fa caricando a tal punto i personaggi da farne delle macchiette irriverenti ed esilaranti: così la donna integerrima che passa le serate ad origliare le prestazioni sessuali dei suoi inquilini o la suocera snob e criticona che è iperprotettiva verso il figlio e troppo esigente verso la nuora – chi ha coniato il termine “suocera” deve essersi ispirato a Mrs Forbes. Non manca il marito succube che si diverte a scandalizzare la gentil consorte sussurrandole oscenità e si diletta con piccanti diversivi su Internet, e il belloccio narciso (e gay) che nasconde la sua vera indole dietro a un matrimonio di facciata. Quanto da fare avrebbe Freud con questi personaggi!
Bennett non risparmia nessuno, perché in fondo niente è come sembra, anche e soprattutto se ci si nasconde dietro ad un’istituzione come quella del matrimonio.
Due storie sporche, strambe, poco realistiche, ma allo stesso tempo ironiche e divertenti. Una piacevole lettura per gli amanti dello humour inglese, di cui Alan Bennett è al momento uno dei rappresentati più accreditati.