Dopo aver trascorso vent’anni nel braccio della morte per aver brutalmente ucciso una famiglia, Smokey Nelson è in attesa dell’esecuzione. E, ad aspettare questo momento, ci sono tre persone che dal giorno di quel delitto hanno visto la loro vita andare in pezzi.
Che sorpresa Gli ultimi giorni di Smokey Nelson, che piacevole sorpresa! Un romanzo corale costruito intorno ad un avvenimento di vent’anni prima: il massacro di una famiglia bianca ad opera di un ragazzo nero.
Dal racconto dei quattro personaggi direttamente coinvolti nella vicenda (l’uomo accusato di aver commesso il fatto, la donna che lo ha riconosciuto e il padre di una delle vittime) emergono situazioni familiari, problematiche economiche, fanatismo religioso, le difficoltà del dopo-Katrina, le differenze tra ricchi e poveri e tra bianchi e neri. Insomma, un quadro completo dei temi caldi che, insieme alla questione della pena di morte e del sistema giudiziario, sono tutt’ora al centro di aspre polemiche negli Stati Uniti.
Il colpevole era un altro negro della mia età… Ma questo, i poliziotti c’hanno messo un po’ a scoprirlo… Potrei essere ancora in Georgia, a marcire in uno dei loro penitenziari-dei-miei-coglioni, o potrei essere stato già grigliato da un bel po’ su una sedia elettrica! Gli errori giudiziari mica mancano in ’sto Paese. Una volta che hanno un negro in prigione, caso chiuso! Chi se ne frega se è lui o no, l’assassino!
La Mavrikakis dimostra un coraggio fuori dal comune nel mettere in luce gli aspetti più scottanti e scomodi nella questione della pena di morte: al centro della scena c’è infatti l’attesa lunga ed estenuante di coloro che aspettano da anni che giustizia sia fatta.
Le quattro voci che si alternano alla narrazione – diversissime per stile e linguaggio – mettono via via in luce i fatti avvenuti quella mattina del lontano 1989, e riportano le emozioni e le ripercussioni che il fatto ha avuto sulle loro singole vite. Quel passato che riaffiora e torna a tormentarli più prepotente che mai.
Con uno stile fluido e incisivo e un registro che cambia da personaggio a personaggio, Catherine Mavrikakis trascina il lettore in una vicenda torbida di cui si respira l’atmosfera cupa e angosciante in ogni passaggio, in ogni paragrafo. E, anche quando sfiora il limite del politicamente scorretto, lo fa con grande audacia e con grande maestria.
Intensa e precisa la caratterizzazione di tutti i personaggi, ai quali non si può che affezionarsi e per i quali si prova naturalmente un moto di empatia e compassione essendo tutti, per un verso o per l’altro, vittime di un’ingiustizia che ha inevitabilmente compromesso la loro esistenza.
Come ho detto, questo romanzo è stato una scoperta, un colpo di fulmine immediato che si è tramutato in vera passione via via che andavo avanti nella lettura, con un finale degno dei migliori esponenti dell’esistenzialismo.