Dopo anni di potere e ricchezza, la famiglia Buddenbrook deve prendere atto che il patrimonio si sta esaurendo anno dopo anno e il proprio buon nome sta perdendo prestigio.
Pubblicato agli albori del Novecento e di forte stampo ottocentesco, I Buddenbrook è il romanzo colossale di un ancora giovanissimo, ma già promettente Thomas Mann. È una saga familiare che vede come protagonisti i membri di una dinastia alto borghese di Lubecca, i Buddenbrook appunto, in un arco di tempo che va dal 1835 al 1877. Tre generazioni a confronto dunque, ma l’impressione che si ha è che non ci sia una reale evoluzione. Memore dei fasti del passato e incapace di accettare i cambiamenti dei tempi moderni, ciascun componente è chiamato a ricercare per sé e per gli altri solamente potenza, denaro e onore. Una rispettabilità quindi che è pura apparenza.
Adesso basta, Thomas. Adesso tocca a me. Stammi a sentire! Come? È vergogna e scandalo nella vita soltanto ciò che la gente viene a sapere? Invece no: lo scandalo segreto che ti divora in silenzio e distrugge la stima di te stesso è di gran lunga peggiore.
Tutti i protagonisti sembrano dover rispettare un copione in virtù di quel cognome rispettabile, seppur così ingombrante, e il ruolo che ricoprono li costringe a mettere da parte desideri e aspirazioni personali che porterebbero ad altre scelte di vita, a scenari del tutto diversi.
E così, immutate nel tempo, le convenzioni restano sempre le stesse: il pater familias è colui che prende per sé e per la famiglia le decisioni fondamentali e che contrae matrimoni vantaggiosi che garantiscano lustro al buon nome dei Buddenbrook e alla loro ditta.
La storia ruota intorno a due figure principali: da una parte la bella Tony che si piega con abnegazione e rispetto alle volontà del padre prima e del fratello maggiore poi, e che affronta le sventure con una nota malinconica e di compiacimento insieme; dall’altra c’è Tom, erede designato e futuro capo famiglia, che ci sguazza in questo ruolo di comando e non approva che le sue decisioni vengano messe in discussione.
Intorno a loro si muove poi una schiera di personaggi minori, dagli altri membri della famiglia ai parenti più poveri e più invidiosi, fino ai dipendenti e a coloro che vengono invitati alle sontuose cene in casa Buddenbrook, e tutti vengono tratteggiati con dovizia di particolari. Ciò che ne deriva è un quadro piuttosto chiaro di quanto avveniva nei salotti borghesi dell’epoca.
Un romanzo corposo, a volte eccessivamente prolisso ma nel complesso un esempio di scrittura magistrale e una storia che affronta i grandi temi cari agli scrittori di un tempo.