Una missione in Afghanistan è l’occasione della vita per un gruppo di giovani soldati che hanno scelto di combattere per la libertà, ma sarà anche l’occasione per confrontarsi con la morte e con i fantasmi che sono preda di loro stessi…
Ho come l’impressione che di questo secondo romanzo di Paolo Giordano non se ne sia parlato abbastanza, non se ne sia parlato a dovere. Dal canto mio – ed è proprio questo il senso di avere un blog – posso dire che Il corpo umano è uno dei migliori romanzi italiani pubblicati negli ultimi anni. Dopo il successo de La solitudine dei numeri primi, il giovane scrittore italiano non ha tradito le mie aspettative, anzi le ha soddisfate più di quanto credessi possibile – per un anno questo libro ha pazientemente aspettato il suo turno nella mia libreria e quando mi sono decisa a iniziarlo ero davvero poco convinta della scelta fatta. Eppure…
Il corpo umano è una brillante storia sui sentimenti che una guerra fa scaturire nell’animo di chi la vive in prima linea, in trincea, con il cuore pieno di fiducia e di amor di patria ma anche di una comprensibile paura: paura di non essere all’altezza, di non essere abbastanza coraggioso, paura di morire e di non rivedere le persone care.
Non è una guerra pulita, questa. Non è una guerra equilibrata. Voi siete i bersagli. Siete i topi in un pezzo di formaggio ammuffito. Non c’è neppure un nostro amico là fuori. Neppure quei bambini con le mosche in faccia. Neppure i mao-mao. Novanta su cento, un mao-mao lo sa dov’è nascosto un IED e non ve lo dirà. Sono corrotti come delle puttane, quelli. Non andate mai dove un mao-mao non vuole andare. E non andate mai dove un mao-mao vi dice di andare. (Domanda.) Un mao-mao è un poliziotto afghano.
Ma non è solo la guerra in Afghanistan quella che combattono i personaggi di Giordano ma, forse ancor più devastante, è la guerra che alberga in ognuno di loro, per ciascuno diversa ma per tutti ugualmente senza scampo.
Ma veniamo al titolo. Ci ho riflettuto un po’ prima di capirne veramente il senso – e chissà se l’ho capito veramente. Il corpo umano è quello che reagisce in modo del tutto imprevisto agli stimoli esterni e a quelli della psiche. L’anatomia umana non si ferma di fronte agli scoppi delle bombe se deve rispondere a un bisogno fisiologico, non è necessariamente scattante se il cervello segnala un pericolo imminente, non dà sfogo alla libido se la mente è sotto shock (o viceversa lo fa con un istinto violento e animalesco: è così che i fantasmi evaporano). La meccanica del corpo registra il malessere e reagisce di conseguenza, a modo suo, e non sempre rispettando i tempi della battaglia e le misure di sicurezza che essa richiede.
Come ho detto questo è un bel libro, a volte anche crudo, ma che apre uno squarcio su una realtà che troppe volte, presi dalle nostre vite, dimentichiamo ma che è qui, a pochi passi da noi. Un libro che, a mio avviso, merita più spazio sugli scaffali delle nostre librerie.