Vince, professore precario e squattrinato, è deciso a dare una svolta alla sua vita e si inventa una professione, la biblioterapia, per dare consigli letterari a seconda del problema che il cliente gli pone davanti. Ma quando, a pochi giorni dal suo trasferimento nel quartiere Esquilino, scompare la signora del piano di sotto e il marito viene accusato di omicidio, Vince si mette a indagare e arriverà a capo della questione.
La lettrice scomparsa è un romanzo di Fabio Stassi che unisce insieme la passione per i libri e l’intrigo del genere giallo.
Vince è un personaggio un po’ sfigato, uno che ancora non ha chiaro cosa vuole fare nella vita, che è stato lasciato dalla fidanzata e che per giunta non ha parenti o amici su cui contare. Nonostante ciò si reinventa biblioterapeuta, trova il libro giusto per il momento giusto e, come se non bastasse, risolve enigmi a tema letterario per scoprire cosa è successo alla signora Parodi, anch’essa lettrice forte.
Tutto molto invitante… sulla carta, ma mi è sembrato che l’intero impianto narrativo fosse poggiato su fondamenta fragili e su una trama a dir poco esile.
Devo ammettere che ho trovato interessante la risoluzione del caso – sempre che di caso si possa parlare – e notevoli gli spunti letterari che il novello terapeuta dà alle sue clienti – e un paio me li sono pure segnati. Però…
Manca qualcosa in questo libro, manca un collante. I vari episodi sono slegati tra loro ed è come se l’attività di terapista letterario e quella di aspirante Sherlock Holmes non vadano di pari passo ma siano del tutto casuali.
Insomma, presupposti buoni, ma resa deludente. Avrei voluto essere risucchiata nella storia, invece ho sempre avuto un interesse tiepido, con un coinvolgimento più marcato solo sporadicamente. E dire che ne avevo sentito parlare così bene, peccato!