Teresa è la figlia di Lorenzo Ciabatti, primario del San Giovanni di Dio a Orbetello, per tutti il Professore. Lui è un uomo ricco e potente, un benefattore che tutti stimano, che ha fatto costruire una magnifica villa per la sua famiglia, con piscina e bunker. Da adulta, però, Teresa dovrà scontrarsi con la realtà dei fatti e riesaminare la sua infanzia alla luce della recente scoperta.
Ne La più amata, romanzo finalista al Premio Strega 2017, Teresa Ciabatti racconta il mito del padre, non un padre qualunque, ma un uomo conosciuto in tutta la Maremma, adorato, rispettato.
Solo da adulta Teresa si interroga sulla natura di quella deferenza ostentata che suscita negli altri al solo sentirlo nominare (basti pensare che riesce a sventare un probabile stupro solo dicendo di essere la figlia del Professore).
Lorenzo Ciabatti è un uomo potente che ottiene tutto quello che vuole, e allo stesso modo Teresa cresce con la consapevolezza che basti una sua parola per aprire porte impensabili. Lui è l’eroe, lei l’eroina; lui il re, lei la principessa del regno. Un regno messo su a forza di strette di mano e di alleanze – con Licio Gelli, con Reagan, con Johnson; un regno i cui sudditi sono i medici, gli infermieri, tutti al cospetto del potente Professore di Orbetello.
Perfino la madre di Teresa, Francesca Fabiani, sparisce di fronte al marito: lei che era stata una ragazza forte, che ha studiato e che si è allontanata dalla sua città per la carriera, si ritrova annullata, piegata ai desideri del coniuge.
Una madre addormentata, quella di Teresa, che per calmare i nervi si sottopone volontariamente a una terapia che prevede il coma farmacologico per un anno intero. Si perde molto della vita dei figli in quel lasso di tempo; ma al risveglio è un’altra: si scrolla di dosso l’etichetta di moglie debole e, destata dal torpore, prende una decisione per sé e per i figli che cambierà la loro vita e il rapporto con questo padre-padrone.
Presente che si sovrappone al passato, lasciando al risveglio un senso di mancanza, di braccio amputato, di fantasmi che tornano e poi svaniscono.
Attraverso una serie di salti temporali scopriamo una Teresa diversa in ogni fase della crescita: una bambina viziata che pretende di giocare con la parrucca della nonna; un’adolescente ribelle che fa fatica a farsi accettare; una ragazza cicciottella che cerca consensi tra i romani dei Parioli; una donna adulta, madre algida e scrittrice mediocre.
Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni e non trovo pace. Voglio scoprire perché sono questo tipo di adulto, deve esserci un’origine, ricordo, collego. Deve essere successo qualcosa. Qualcuno mi ha fatto del male. Ricordo, collego, invento. Cosa ha generato questa donna incompiuta?
Ed è proprio per questo senso di fallimento latente che l’autrice cerca l’origine delle sue manchevolezze e del sentirsi sempre inadatta, incompleta, irrequieta e anaffettiva. Arriva perfino a ricercare forti traumi infantili per giustificare il suo malessere di vivere. Eppure lei, la più amata, in questo processo di ricostruzione del passato si troverà a fare i conti con le sue colpe e con quelle del suo adorato padre.
Ma chi era Lorenzo Ciabatti? Un benefattore dal cuore d’oro o un violento, un massone della P2?
Un romanzo duro, in cui l’autrice non risparmia toni accusatori nei confronti della sua infanzia, dei genitori e di se stessa.
Teresa Ciabatti
La più amata
Mondadori, 2017
pp. 218