Il giornalista Dario Corbo ha iniziato la sua carriera seguendo il caso di omicidio di una ragazza diciottenne, Irene, per il quale è stata arrestata la ventenne Greta. Quando questa viene rilasciata, Dario viene ingaggiato per scrivere un romanzo-verità sulla vicenda e, allettato dal compenso, decide di tornare in Versilia e avvicinare Greta.
La ragazza sbagliata è il primo noir che leggo di Giampaolo Simi e devo dire che l’ho trovato abbastanza convincente.
Il romanzo parte un po’ con il freno tirato, dando maggior spazio alla caratterizzazione dei personaggi, in primis del giornalista Corbo, del fallimento della sua situazione economica e sentimentale e del successo derivato dal primo caso di cronaca nera di cui si è occupato: quello di Irene Calamai, appunto. Segue poi un’analisi un po’ meno accurata di Greta: da adolescente, era una ragazza facile, desiderabile e trasgressiva e questo identikit si accorda perfettamente con l’idea di una giovane omicida; dopo quindici anni in prigione, è una donna tormentata, che di quella notte ha ricordi molto confusi e per questo non riesce a mettere un punto sul passato.
È nella seconda parte e ancor più nelle ultime cento pagine che il ritmo si fa più incalzante e si entra nel vivo dell’indagine, con una narrazione che ripercorre gli avvenimenti di allora attraverso i ricordi dei due principali interessati ma anche grazie al ritrovamento del diario di Irene.
Le vittime non parlano. Non depongono e non testimoniano. Le vittime non hanno voce, per questo ci ossessionano. La voce delle vittime risuona nella nostra immaginazione e, quando non riesce a entrare nei nostri sogni, ci toglie il sonno e la ragione.
Se si può dire che la trama si fa via via molto avvincente e complessa, è anche vero che Simi mette un po’ troppa carne al fuoco inserendo personaggi minori e alludendo a magistrati corrotti e alle stragi di Cosa nostra – che per carità, non fa mai male tenere a mente ma che dopotutto non aggiungono molto al filone principale.
Di certo, gli errori giudiziari e la negligenza con cui sono state condotte le indagini sono l’elemento che ti fa pensare che tutto il romanzo si regga su basi fragili perché troppo inverosimili, ma, ahimè, è forse la parte più realistica di tutta la storia.
Nel complesso, La ragazza sbagliata è un buon noir, che non farà saltare sulla sedia, è vero, ma che tiene incollato alla pagina, questo sì.