Madeleine, appassionata delle eroine dell’Ottocento, Leonard, affetto da frequenti crisi depressive, e Mitchell, studioso delle religioni, sono all’ultimo anno del college. Ma è dopo il diploma che dovranno fare i conti con la vita vera e decidere cosa fare per affermarsi come adulti maturi e consapevoli.
L’ultimo romanzo di Jeffrey Eugenides, La trama del matrimonio, è un libro ben scritto, uno di quelli in cui l’autore scompare e le parole sembrano venir giù da sole, fluide come un fiume in piena. La trama coinvolge dal principio e i tre protagonisti, legati da un intreccio amoroso dei più classici (lui ama lei, che ama l’altro), trascinano il lettore su e giù per gli Stati Uniti, in Francia e in India istillando una crescente curiosità sulle avventure dei tre ma soprattutto sui rispettivi modi di porsi di fronte all’amore – che è poi il filo conduttore intorno a cui tutto ruota.
La borghese Madeleine, il carismatico Leonard e il contemplativo Mitchell affrontano il loro personale percorso di crescita, che per un verso o per l’altro non può che essere doloroso e traumatico, visto l’impatto con la realtà non più protetta e puramente goliardica del college.
I frequenti riferimenti alla storia del romanzo ottocentesco, al decostruttivismo di Roland Barthes e Jacques Derrida (ormai per me lontane reminescenze universitarie) e alla storia delle religioni portano un po’ fuori strada e rischiano di appesantire la lettura (ma il più delle volte non lo fanno).
All’inizio esci con una ragazza perché ti basta vederla per sentire le ginocchia molli. Ti innamori e desideri disperatamente che non ti lasci. Eppure, più pensi a lei meno ti sembra di conoscerla. La speranza era che l’amore trascendesse le differenze. Era quella la speranza. Leonard non intendeva arrendersi. Non ancora.
Non c’è che dire, un romanzo ben confezionato. Ma… Perché un ma, in effetti, c’è!
Non è facile commentare questo libro senza tener conto del precedente, Middlesex, un romanzo compiuto, unico nel suo genere (che non ha caso ha valso all’autore americano un meritatissimo Premio Pulitzer), per non dire insuperabile. Ne La trama del matrimonio invece, si avverte fortissima la contaminazione di Franzen, sia nello stile che nella trama – pur essendo presa totalmente da questa storia, i personaggi di Libertà mi tornavano alla mente di continuo, come anche il messaggio di fondo: i rapporti di coppia limitano le libertà individuali portando all’infelicità.
Insomma, se una colpa può essere imputata a questo romanzo, è quella di non brillare per originalità e di essere facilmente incasellato nel filone della letteratura americana d’oggi. Non che questo sia necessariamente un difetto, anzi. Ce ne fossero di Franzen in circolazione!
Ad ogni modo, un buon libro che mi sento di consigliare.