Leo ed Emmi si conoscono per caso, quando lei invia per sbaglio a lui una e-mail, poi un’altra, poi ancora una. Da lì inizia un rapporto epistolare che si fa di volta in volta più intimo e che lascia trasparire i sentimenti dei due personaggi.
Le ho mai parlato del vento del Nord è un libro che non si presta ad una classificazione di genere ben definito: non è un romanzo, forse si avvicina di più a un racconto lungo, ma ha qualcosa a che vedere con uno studio di tipo sociologico sulle conseguenze che il mondo di Internet sta avendo sulle vite di ciascuno di noi. E non mi stupisce che a scriverlo sia stato un giornalista, l’austriaco Daniel Glattauer, uno che analizza i fenomeni sociali e che si presta alla letteratura di quando in quando per arrotondare.
Questo mio giudizio può far pensare che il libro sia un totale flop. Non è così. L’inizio è intrigante e non mancano delle riflessioni che danno da pensare (ma niente che abbia a che fare coi massimi sistemi); e anche sullo stile non posso dire granché dato che le battute sono perlopiù brevi e molto dirette, come si addice ad uno scambio epistolare telematico. Non manca qualche guizzo davvero ironico (soprattutto nelle e-mail di Emmi). Eppure…
Eppure di circostanze inverosimili ce ne sono a bizzeffe. In primis, quel “lei” che va avanti per quasi tutto il botta e risposta e che ha del surreale se si considera che il mondo virtuale in qualche modo abbatte le barriere: su Internet si è tutti (virtualmente) amici. Ma anche i tentativi che fanno i due per mettere un piede nella realtà ha dello strambo – non entro nel merito per non rovinare la sorpresa a quanti lo vogliono leggere.
Leo, mi ascolti: credo che dovremmo darci un taglio. Comincio a dipendere da lei. Non posso stare ad aspettare un giorno intero l’e-mail di un uomo che mi gira le spalle quando mi incontra, che non vuole conoscermi, che vuole solo le mie e-mail, che usa le mie parole per costruirsi una creatura tutta sua, perché le donne che incontra nella realtà lo fanno soffrire fin oltre, presumo, la soglia del dolore. Non posso continuare così. È frustrante. Capisce cosa intendo, Leo?
Che dire dei personaggi? Di Leo ci si può innamorare: uomo interessante, divertente e con un cuore spezzato da guarire (ma, soprattutto, un uomo che sa usare la punteggiatura!); Emmi è nevrotica, gelosa, possessiva e sogna il lieto fine: in pratica, una donna come tante. Ci si aspetta il lieto fine o qualcosa che smuova un po’ la monotonia degli ultimi scambi di mail ma…