Evie Boyd, adolescente quattordicenne, vuole solo che gli altri si accorgano di lei. Vuole essere se stessa, trovare una sua dimensione e una collocazione nel mondo che la circonda. Una famiglia, la sua, benestante, ma spezzata nei legami, genitori divisi e una madre che pensa solo a come fare fronte alla propria solitudine sentimentale, pronta ad incolpare la figlia della propria infelicità. Il padre lontano che si è rifatto una vita.
Evie vive secondo le aspettative altrui e si sente in perenne inferiorità rispetto ai coetanei… ma un giorno la svolta sembra a portata di mano. Viene inclusa nel mondo di quelle ragazze che lei tanto ammira, perché libere e sicure di se stesse. E così, quando si accorgono di lei e viene invitata in questa “comune”, una nuova vita sembra essere pronta per Evie, felice di potere essere se stessa, dove nessuno sembra avere particolari aspettative su di lei.
Il mondo nascosto che abitano gli adolescenti, riaffiorandone di tanto in tanto se costretti, addestrando i genitori ad abituarsi alla loro assenza. Io ero scomparsa.
Il motto della libertà, dell’amore destinato alle persone e alle cose cela invece una realtà cruda e raccapricciante, dai risvolti rivoltanti.
Le ragazze è un romanzo che mi ha fatto provare pena e nervoso. Pena perché il libro, a mio avviso, descrive in modo molto diretto e reale il disagio di molti giovani, la volontà di appartenenza a un gruppo a tutti i costi, il non volere tirarsi indietro, qualunque sia la posta in gioco; nervoso invece nei confronti dei genitori che vengono meno al loro ruolo e non fanno gli adulti, come spesso accade…
Cosa mi aspettava andando a vivere con mio padre? Che mi avrebbe punito comportandosi da padre? Sembrava che considerasse la punizione un diritto a cui aveva rinunciato, e mi trattava con la cortesia cerimoniosa che si userebbe con un genitore anziano.
Una ragazzina in balia degli eventi, senza una sua personalità: a mio avviso, se non stai bene con te stesso é molto dura, finisci per non stare bene nemmeno con gli altri, rischi di fare scelte molto sbagliate e di portartene dietro le conseguenze per tutta la vita con la paura che i fantasmi del passato si ripresentino alla porta.