Abi, che da poco ha perso la sua gemella in un incidente stradale di cui si sente responsabile, ricomincia a sentirsi bene quando incontra Beatrice, una ragazza solare e piena di amici, e il gemello di lei, Ben, di cui si innamora immediatamente. Ma le cose iniziano presto a incrinarsi e lei si chiede se ciò dipenda dalla sua mente instabile.
Romanzo d’esordio della scrittrice Claire Douglas, Le sorelle è un thriller psicologico dove manipolazione e sensi di colpa fanno leva su una psiche già fortemente provata.
Punto di forza di questo libro è senza dubbio la scorrevolezza: capitoli brevi che alternano i punti di vista di Abi e di Beatrice, entrando nella psiche ora dell’una e ora dell’altra e mettendo in discussione la veridicità dei fatti. Ma chi è delle due che mente? Abi ha realmente problemi a dissociare realtà e finzione o è Beatrice che sta facendo di tutto per far sembrare che l’amica non ci sta con la testa? Chi sta boicottando l’altra e a che scopo?
Come ho potuto credere che quelle dannate pasticche avrebbero risolto tutti i miei problemi? Ora che Lucy non c’è più, mi sentirò sempre così, come se fossi sull’orlo di un precipizio e con un solo passo falso rischiassi di precipitare.
Tra queste due protagoniste c’è lui, Ben, gemello di Beatrice e fidanzato di Abi, ed è proprio lui ad essere chiamato a fare da giudice tra le versioni contrastanti delle due ragazze e a tentare di fare da mediatore perché trovino un modo per vivere in armonia.
Il lettore è via via spiazzato, pur capendo che c’è tanto non-detto sia da una parte che dall’altra: si intuisce fin da subito che la verità va cercata nel passato dei protagonisti ma non ha tutti gli elementi per farsi un’idea chiara.
Di certo il plot ha dell’assurdo ed è davvero poco credibile: due ragazze fisicamente molto simili si incontrano per caso e nel giro di poche settimane diventano amiche e coinquiline. Va detto che in questo genere di thriller l’inverosimiglianza è una pratica abbastanza diffusa e ormai ben accolta dai lettori.
Insomma, qualche nota stonata c’è (ad esempio la ripetitività di certe situazioni) ma se l’intenzione è quella di lasciarsi trascinare in una lettura poco impegnativa, con Le sorelle un pomeriggio scivola via senza accorgersene. Non un capolavoro del genere quindi, ma uno “svuota-mente” che riesce nel suo intento – e, in ogni caso, è indubbiamente più riuscito de La migliore amica, il libro successivo dell’autrice un po’ raffazzonato.