Thomas Edwards, architetto delle luci, eredita da uno zio eclettico un hotel e una sorgente su un’isola italiana. In occasione della vendita della proprietà va sull’isola con la fidanzata Ottie e il figlio di lei, Martin, e qui incontra personaggi bizzarri.
Tra i dodici finalisti del Premio Strega di quest’anno, Lux di Eleonora Marangoni è la storia di un uomo che vive nel rimpianto di un amore finito e trova a modo suo un antidoto al dolore. Thomas è un uomo realizzato e benestante, che viaggia molto per lavoro e ha una vita sentimentale apparentemente normale. Apparentemente… perché in realtà un sentimento ben più profondo lo lega a Sophie, una ex fidanzata di cui ha perso le tracce diversi anni prima.
Lo spunto della narrazione è dato dal viaggio che Thomas fa sull’isola nel sud d’Italia ma è solo l’inizio di un processo di cambiamento interiore che gli consentirà di rivedere le sue priorità e le sue scelte di vita.
Il viaggio psicologico all’interno dell’animo umano non è però solo quello del protagonista. A rendere il tutto più movimentato – anche se di un vero e proprio movimento non c’è neanche l’ombra – sono gli altri clienti dell’hotel: una biologa incinta, uno scrittore habitué dell’albergo e una prostituta dal cuore d’oro. Tutti hanno il loro bagaglio psicologico tutt’altro che leggero, e un’improvvisa tempesta di vento e pioggia li costringerà a confrontarsi.
Tutto il romanzo è giocato sul doppio piano del presente e del passato, facendo riaffiorare i ricordi dei personaggi, gli errori commessi e i rimpianti che si trascinano dietro.
Ma se l’intendo della Marangoni era quello di esplorare l’animo umano in tutte le sue sfaccettature, devo dire che ho trovato questo tentativo molto piatto e incolore: le vicissitudini della sgangherata combriccola non mi hanno entusiasmato granché e francamente non ho provato empatia per nessuno di loro.
Devo ammetterlo, il realismo magico non fa per me. La pioggia incessante che inonda l’albergo, la nuvoletta che aleggia in salotto, la fonte che si prosciuga per miracolo… no, niente di tutto ciò riesce a fare breccia nel mio cuore. Un libro che mi ha spesse volte irritato per la lentezza della scrittura e perché alla fin fine di fatto niente accade.