Emma è l’eterna stagista malpagata ma che si fa valere nel suo lavoro. Una risorsa imperdibile… se non fosse che la raccomandata di turno le soffia dall’oggi al domani il suo posto, e a lei non resta che riflettere su ciò che vuole fare della sua vita.
Non è la fine del mondo potrebbe essere la biografia di una ragazza qualsiasi dei nostri tempi. La precarietà lavorativa, l’incertezza del futuro, l’eterna ricerca del principe azzurro e le difficoltà familiari (più che altro, quelle di letto): questi sono i temi affrontati dalla Gazzola nel romanzo.
Sicuramente un libro fresco, frizzante, anche divertente. Certo è che per certi versi non è molto realistico – ce ne fossero di brillanti e ostinate stagiste che alla fine ottengono ciò che vogliono (e meritano)!
Lo stile della Gazzola è semplice e lineare, e l’affrontare temi così delicati – ma centrali per la società d’oggi – con un tono scanzonato e frizzante li rende meno tragici agli occhi del lettore – e soprattutto della lettrice – che li trova sulla pagina. L’autrice sembra voler dire che se Emma ce l’ha fatta a superare il licenziamento e la fine di un amore, possono farcela tutte.
Ed è proprio in questo momento che sento il tuono della fine del mondo. Adesso sì, posso dirlo senza temere di esagerare, perché quando perdiamo i nostri sogni è mille volte peggio di quando perdiamo qualcosa di reale.
È quello il momento in cui non ci resta più niente.
Detto questo, qualche difettuccio questo romanzo ce l’ha. La trama non è delle più brillanti e, come ho detto, non sempre conforme a ciò che avviene nella vita reale (o per lo meno certe “coincidenze” sono poco probabili), però se lo si prende per quello che è, non delude.
Personalmente ho trovato questo Non è la fine del mondo un romanzo carino sì, ma non di molte pretese. Ecco, non aspettatevi che risolva i mali del mondo o risponda a chissà quali quesiti esistenziali. Risponde solo alle esigenze primarie di un lettore: distrarsi!