Andrea ha tre anni quando gli è stato diagnosticato l’autismo e nell’estate del suo diciottesimo compleanno suo padre Franco lo porta in America. Un viaggio on the road senza meta, loro due e le vite di quanti il destino metterà sul loro cammino.
In questi giorni si sente molto parlare di Franco Antonelli, un po’ per la triste vicenda che ha interessato il figlio minore e un po’ perché è nelle sale il film Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores ispirato al libro Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas. Bene, quale miglior momento per leggerlo, dato che ce l’avevo pronto sullo scaffale da diverso tempo?
Il libro ripercorre le tappe di questo fantastico viaggio che Franco e Andrea hanno intrapreso per conoscere l’America, ma non solo: due uomini soli, senza obblighi e senza limiti, sospinti solo dalla curiosità di scoprire posti nuovi e conoscersi un po’ di più l’un l’altro. Per essere precisi, Franco cerca di aprirsi un varco anche piccolissimo nella corteccia in cui è racchiuso Andrea, ragazzo autistico che ha tutto un mondo di sentimenti e di sensazioni dentro che non riesce a esprimere a parole.
L’associazione tra deserto e autismo è immediata. La scarsità di relazioni, l’apparente monotonia. Il silenzio. L’essenzialità. […] Forse l’autismo è un deserto inizialmente ostile, molto esigente, sin troppo sincero e io lo sto attraversando senza sapere se possiedo riserve d’acqua a sufficienza, se potrò conoscere i suoi segreti, se ne afferrerò l’essenza.
Ma quello che Andrea non riesce a vocalizzare lo scrive ed è una forma di comunicazione anche questa. Anzi, la più sincera. È tramite la scrittura guidata del computer che i suoi pensieri più veri trovano una via di uscita, e sono dei pensieri di una profondità impressionante. La sua è una mente a tratti lucida, che a volte esprime felicità, altre dolore, molto spesso frustrazione per non riuscire a creare un contatto col mondo esterno.
E questo scambio di messaggi che Fulvio Ervas riproduce sulla pagina così come sono avvenuti è la parte più emozionante di tutto il libro perché mette tutti noi di fronte alla realtà.
Se ti abbraccio non aver paura è un libro molto sincero che non nasconde le difficoltà di un padre che a volte perde il controllo della situazione, che si sente tirato ai margini del mondo in cui Andrea si rinchiude, un padre che ha tutto un corredo di preoccupazioni sul futuro che avrà suo figlio, senza un lavoro, senza una fidanzata e, un giorno, senza dei genitori che prendano le decisioni per lui.
Tutto questo mi sembra di colpo insopportabile, eterno, al di là delle mie forze. Dentro di me, come una valanga, cresce un insano bisogno di smontare e rimontare Andrea.
Un libro che è già coinvolgente per quanto riguarda l’esperienza del viaggio in sé, ma che è molto di più se si prende in considerazione tutto il bagaglio emotivo che si porta dietro.