Samantha, avvocato di New York da poco licenziata, si ritrova senza troppa convinzione ad accettare un lavoro non retribuito presso un piccolo studio legale che intraprende cause pro bono per chi non può permettersi di sostenere spese legali. Entra così in contatto con un mondo fatto di abusi e violazioni perpetrate a discapito della povera gente del luogo.
Dopo aver letto tante opinioni negative su questo romanzo di John Grisham ho procrastinato la lettura per mesi, finché lo scorso weekend ho rotto gli indugi e l’ho iniziato – fosse solo per togliermelo di mezzo. Invece, mi sono trovata a sfogliare e a sfogliare ancora, con voracità, con impazienza, con curiosità.
I segreti di Gray Mountain è un legal thriller che non delude le aspettative – nel mio caso le supera abbondantemente.
Che dire, un romanzo ben scritto e coinvolgente, dalla trama credibile e purtroppo realistica, in linea con le battaglie legali che i personaggi di Grisham sono abituati a combattere. Questa volta è il mondo delle fabbriche di estrazione del carbone ad essere messo sotto i riflettori, i metodi di sfruttamento ambientale, le conseguenze sulla salute di chi ci lavora e la spregiudicatezza di passare tutto questo sotto silenzio a qualsiasi costo.
«È legale?»
«Questa non è una domanda opportuna nel paese del carbone. Niente è tutto bianco o tutto nero nel mio mondo. Il nemico infrange ogni regola, per cui la lotta non è mai leale. Se giochi secondo le regole, perdi, anche se hai ragione.»
E quando, più o meno a metà, la storia comincia a perdere il piglio, e l’interesse del lettore va effettivamente scemando, ecco che succede qualcosa che riaccende la scintilla e rimette in gioco tutto.
È vero però che alcuni passaggi della trama non sono originalissimi, in primis lo scontro tra piccoli studi legali e colossi che difendono multinazionali – tema già trattato nel riuscitissimo L’uomo della pioggia. Inoltre, sono quasi assenti gli avvincenti dibattiti in tribunale in pieno stile Grisham, ma a vantaggio di un’attenzione maggiore alla condizione umana di chi è vittima di soprusi da parte delle compagnie e dei loro avvocati in doppio petto.
Insomma, non il migliore dei suoi romanzi ma ancora una volta Grisham dimostra di non aver perso la sua vena creativa.